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Incontro al Comune di Matera sul Piano Casa

La commissione urbanistica si prepara a concludere la discussione per la individuazione degli ambiti urbani e periurbani e della stima sulla tensione abitativa per la realizzazione di programmi integrati di edilizia residenziale sociale: il cosiddetto “Piano casa”. Nell’incontro con le associazioni, gli ordini professionali, le organizzazioni sindacali, svoltosi in mattinata, il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, ha presentato il seguente documento.

Il Fabbisogno

Il Comune, attraverso i propri uffici, ha determinato la tensione abitativa ai fini della perimetrazione degli ambiti interessati dalla riqualificazione di cui all’ art. 4 della L.R. 25/09.

A tal fine sono stati considerati i tradizionali indicatori del disagio abitativo ( numero degli sfratti, pendolarismo, composizione del mercato abitativo) con ulteriori parametri tesi a rappresentare, con maggiore aderenza, i connotati di tensione abitativa aggiungendo il saldo migratorio, la presenza di immigrati stranieri. Il Comune di Matera risulta nell’elenco dei comuni ad alta tensione abitativa di cui all’Allegato A della Delibera CIPE n. 87 del 13 novembre 2003.

Nella relazione del PRG ’99 si stima che il numero di abitanti della città possa raggiungere, nei venti anni successivi all’approvazione, il numero di 67.000 abitanti virtuali per tutto il Comune, compreso il periurbano e l’insediamento dei borghi.

Dalla relazione della bozza di Regolamento Urbanistico 2010 si ricava che Il dimensionamento è stato effettuato secondo i seguenti parametri:

a) Abitanti insediabili negli ambiti/comparti ad attuazione indiretta: 2.450 abitanti, corrispondenti a 1.089 alloggi ( considerando 40 mq per abitante ed una superficie per alloggio pari a mq 90 )

b) Abitanti insediabili nelle aree residenziali a pianificazione attuativa pregressa: 1.681 abitanti.

c) Abitanti residenti nello spazio urbano alla data del dicembre 2007: 57.372

d) Abitanti residenti nei borghi e nell’insediato rurale alla data del dicembre 2007: 2.800

Il numero di abitanti posto a base del dimensionamento del Regolamento

Urbanistico del 2010 è pari a: (a+b+c) 2.450 + 1.681 + 57.372 = 61.503 abitanti.

Mentre, il calcolo di cui al Regolamento Urbanistico, se riportato all’intero territorio ( compreso i borghi e l’insediato rurale) dà luogo al seguente risultato:

(a+b+c+d) 2.450 + 1.681 + 57.732 + 2.800 = 64.303 abitanti.

Dai dati acquisiti dall’Ufficio Commercio risulta che gli alloggi adibiti ad uso ricettivo e, pertanto, sottratti al soddisfacimento del fabbisogno abitativo, sono, nel complesso 68 – 2 affittacamere

e 66 BED & BREAKFAST – . Dall’analisi dei dati Tarsu il numero sale a 74 alloggi in totale.

Dai dati di fonte ISTAT e del Servizio Statistica del Comune negli ultimi otto anni (2001 57.785 -2008 60.384) si è registrato un incremento di popolazione pari a 2600 abitanti circa.

Dalle analisi del Cresme si ricava un’ ipotesi minima di 1380 per 10 anni; un’ipotesi di massima pari a 1710 alloggi. Assumendo prudenzialmente il valore più basso tra quelli relativi alla domanda primaria, il fabbisogno abitativo complessivo, nel periodo 2010-2019 risulta essere pari a: 1.380 + 1.140 = 2.520 alloggi

Tutti gli immobili di categoria catastale “A”, che al 2009 risultano essere circa 28.100.

Al fine di comprenderne l’effettivo utilizzo, se ad uso abitativo o per altre finalità, si sono

analizzati, in primo luogo, i dati ricavabili dalla Tarsu, i cui importi sono in relazione all’uso dichiarato dagli utenti. In conclusione dell’analisi svolta, alla data attuale risulterebbero ALLOGGI VUOTI 2.081 pari al 7,40% in numero fisiologico rispetto alla media delle città italiane.

Si riporta l’analisi della graduatoria formulata a seguito del bando per l’assegnazione di Edilizia Sovvenzionata (Ater), (art. 9 – legge regionale n°31/99) da cui risulta che:

A. Le domande ammesse sono in totale n. 436

B. Le domande escluse sono in totale n. 84

Pertanto, i nuclei familiari che alla data del bando erano in condizione di poter presentare domanda per l’assegnazione di un alloggio di edilizia sovvenzionata, ammontavano al numero di circa 500 .

Incrociando i dati descritti in precedenza, si ritiene di poter confermare la stima del fabbisogno abitativo secondo il seguente schema logico:

a) Dato riveniente dal dimensionamento del PRG in vigore, pari a: 67.000 abitanti

b) Fabbisogno abitativo che risulta soddisfatto dal dimensionamento del Regolamento Urbanistico 2010, pari a: 64.303 abitanti

c) Saldo tra i dati di cui ai due punti precedenti, pari a:

67.000 – 64.303 = 2.697 abitanti ancora da soddisfare.

Sulla base dei criteri fissati dal Regolamento Urbanistico 2010 ( dotazione per abitante

pari a 40 metri quadrati di superficie lorda e dimensione media di ciascun alloggio pari a

90 metri quadrati ) si è proceduto a convertire il numero di abitanti riveniente dal saldo di

cui al punto precedente, ottenendo il seguente risultato:

2.697 x 40 = mq 107.880

107.880 mq : 90 mq/ab = n. 1.199 alloggi

Le politiche per l’abitazione sociale a Matera

Nel quadro degli interventi in itinere proposti si prevede di soddisfare nei prossimi cinque anni parte del fabbisogno abitativo di edilizia sociale nel seguente modo:

1) Edilizia agevolata/Convenzionata attraverso variante in itinere alle aree PEEP esistenti per n. 160 alloggi

2) Edilizia sovvenzionata a cura dell’ATER di Matera secondo il seguente prospetto:

– N. 14 alloggi al borgo La Martella (accordo di programma per edilizia sperimentale)

– N. 30 alloggi al rione San Giacomo (PRU)

– N. 51 alloggi PEEP San Giacomo (variante in itinere)

– N. 46 alloggi borgo Venusio (area derivante dal PRU)

Per un totale di n. 141 alloggi

3) Piano Casa L.R. 25/99 – intervento di Housing sociale per n. 260 alloggi (pari al 40% sul totale dell’intervento) in locazione temporanea, permanente, o con promessa di patto di vendita (minimo otto anni)

TOTALE EDILIZIA SOCIALE 2011/2015 n. 561 alloggi

La situazione dell’edilizia, delle imprese, dei lavoratori

La crisi edilizia in Basilicata ha registrato un’autentica emorragia di posti di lavoro, negli ultimi due anni si sono persi circa 5000 addetti, quasi come se fosse stata chiusa una fabbrica di grande dimensioni. I dati delle casse edili ci danno una lucida e inconfutabile comparazione di numeri: nel 2008 le ore di lavoro nel comparto edile erano di 12,8 milioni circa, nel 2009 sono scesi a 11,8 milioni e nel primo trimestre 2010 l’occupazione è ferma a 4,8 milioni di ore,passando dagli 8502 addetti attivi, del 2009 in cassa edile, ai 7011 lavoratori attivi nel del secondo semestre, cioè ad oggi, invece le ore lavorate sono: 2.915.184, pari a 529,94 ore per operaio. Un nostro operaio lavora in medio sei mesi all’anno. Dal 2008 al 2010 i lavoratori registrati da Cassa edile e Edil Cassa, cioè quelli regolari, in tutta la Regione sono passati da 16.124 a 10.862. Il calo ha interessato anche lavoratori stranieri che, per quanto riguarda le sole casse edili sono passati da 2006 a 973 in poco più di due anni, il numero delle imprese registrate è passato delle 2888 del 2009 alle 2.241 del 2010. E se dal 2008 al 2009 la flessione è stata abbastanza contenuta, dal 2009 alla prima parte del 2010 si è verificata un’autentica caduta libera di tutti gli indicatori economici del settore. La flessione ha interessato in maggiore misura la provincia di Matera rispetto a quella di Potenza.

E a Matera?

Tra il 2008 ed il 2009 nel materano si sono persi oltre 500 posti di lavoro secondo i dati forniti dalla Cassa Edile e dalla Edilcassa, che in percentuale fanno un meno 11 per cento di occupati. E che il settore non goda di buona salute lo conferma il dato di febbraio delle ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria, che sono praticamente raddoppiate. L’andamento delle ore medie annue di ogni lavoratore sono ferme a quota 800 a fronte di una media che si dovrebbe attestare intorno alle 1.500 ore. Un discrepanza che rischia di essere tradotta in un massiccio ricorso al lavoro nero. Aumenta il ricorso al cottimo, se è vero che i cottimisti che arrivano da fuori regione sono passati dal 37 per cento al 39 per cento del totale degli addetti del settore.

Il brusco calo degli appalti pubblici che, in un tessuto produttivo che al 70% lavora con la pubblica amministrazione, vuol dire cantieri fermi e manodopera inutilizzata. Numeri pesanti se si considera che l’edilizia contribuisce al pil lucano per quasi il 20 per cento.

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