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Integrazione, Betty Williams (Città della pace) incontra studenti

betty williams“Questa Regione è un modello democratico per l’Italia per aver fermato il deposito delle scorie nucleari e contribuito alla Fondazione della Città della pace per i bambini della Basilicata. E’ un modello che va diffuso in tutta Italia”. Con queste parole il premio Nobel della pace, Betty Williams, ha saluto docenti e alunni nell’Istituto Professionale Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera “U. Di Pasca” (Ipsseoa) dove è stato realizzato il progetto formativo-didattico “Costruiamo insieme la città della Pace” che ha avuto l’obiettivo di sensibilizzare le giovani generazioni sui diritti dei rifugiati, sui valori dell’accoglienza, sull’ospitalità, la giustizia e la partecipazione valorizzando anche le diversità presenti nelle scuole, evitando che si trasformino in disuguaglianze e promuovendo l’interazione e l’integrazione attraverso la conoscenza della nostra e della altre culture. Un percorso realizzato con il supporto degli operatori della Fondazione, Apofil (l’agenzia di formazione della Provincia di Potenza) e gli istituti professionali per diffondere la cultura dell’integrazione. “La seconda città della pace – ha annunciato Betty Williams – sarà in Ghana. Quando arrivai in Basilicata nel 2003 in pochi credevano che questo progetto si realizzasse e, invece, oggi è una realtà. Il cibo – ha continuato il premio Nobel – è un’occasione per avvicinare le persone che hanno tradizioni diverse”.

Sono state proprio le tradizioni culinarie a fare da collante al tema dell’integrazione. Al termine dell’incontro è stato preparato e offerto un pranzo multietnico preparato dagli alunni e supervisionato dai docenti dell’Istituto “Di Pasca”. Il pranzo, infatti, è stata l’attività conclusiva del percorso formativo- didattico sulla cucina multietnica promosso nell’ambito del precorso IeFP (Istruzione e Formazione Professionale formativa sussidiaria integrativa realizzata per consentire agli studenti iscritti ai percorsi scolastici degli Istituti Professionali di Stato di conseguire, al termine del terzo anno, anche un titolo di qualifica professionale) organizzato dall’Apof-Il con la stessa Fondazione. L’obiettivo del progetto è stato quello di sensibilizzare gli studenti lucani sui temi del rispetto dei diritti umani e dell’accoglienza.

La riflessione sui diritti dei rifugiati diventa come ha detto nel suo saluto di benvenuto la preside dell’istituto alberghiero, Rosalinda Cancro “uno stimolo per una scuola interculturale, che si presenta come struttura flessibile, capace di progettarsi continuamente, di fornire gli strumenti adeguati per uno approccio interdisciplinare ai saperi e di creare anche percorsi didattici aperti ad una molteplicità di materie”. L’auspicio, come ha sostenuto il direttore dell’Apofil, Giuseppe Romaniello è che si possa ampliare il modello della Città della pace e che il percorso formativo attuato possa essere replicato negli altri istituti scolastici.

Presentato, inoltre, “Incontrarsi cucinando”, un ricettario che contiene ricette multietniche, tradotte in inglese ed arabo, realizzato da due volontarie della Fondazione, Lorenza Messina e Stefania Mancusi ed illustrato da Giulio Laurenzi. Il ricettario è servito come testo di riferimento per il percorso di formazione e ripropone l’esperienza di un workshop realizzato con gli ospiti della Fondazione. “L’integrazione passa per il riconoscimento reciproco di valori – dice Betty Williams nell’introduzione al ricettario – ed il cibo è forse l’elemento simbolico più forte perché racchiude gli ingredienti ed i sapori originali di ciascuna tradizione ed è il presupposto per la convivialità che, in tutte le culture ed a tutte le latitudini, è il momento principale di amicizia e di scambio”.

 

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