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Inviata la Carta dei Comuni SIN nelle stanze dei bottoni di Roma

municipio pisticciE’ stata inviata, lo scorso primo ottobre, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Ambiente, al Ministro dello Sviluppo Economico, al Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, nonché ai Presidenti delle Commissioni di Camera e Senato competenti, la “richiesta di un incontro” con una delegazione dei sindaci della rete SIN e la “Carta dei Comuni SIN” sottoscritta nell’incontro per la costituzione della “Rete dei Comuni per la bonifica dei Siti di Interesse Nazionale”, svoltosi a Mantova il venticinque settembre. La nota sottolinea, come le Amministrazioni e i Cittadini si fanno da anni carico delle criticità legate alla inclusione dei territori nel perimetro delle aree contaminate, per la gravità dell’inquinamento riscontrato, nell’elenco dei Siti di Interesse Nazionale.

Scoraggiano, infatti, i dati emersi dai rapporti elaborati da ISPRA/ISS e dalla relazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta sui cicli dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, da cui si evince che, a partire dalla istituzione dei Siti di Interesse Nazionale, ben poche azioni di bonifica siano state completate. Si evidenzia, inoltre, come le citate criticità non siano risolvibili delegando all’Amministrazione Centrale ogni incombenza: occorre un nuovo protagonismo da parte dei Comuni, che si traduca tempestivamente nella condivisione sia dei problemi sia delle strategie da mettere in campo per dare finalmente avvio a concrete azioni di risanamento ambientale, essenziali per ridare competitività ai nostri territori oltreché per garantire il diritto alla salute ed un ambiente pulito.

I Sindaci dei Comuni che hanno aderito alla rete dei SIN, fra cui Pisticci e Tito, nella loro veste di autorità comunale sanitaria, chiedono, al governo la dichiarazione dello “stato di crisi ambientale e sanitaria” per tutti i siti inquinati di interesse nazionale, così da poter avviare percorsi di bonifica con carattere di massima urgenza. Nello specifico, “La carta dei Comuni SIN” prevede una serie di provvedimenti:

 

– un intervento del legislatore al fine di revisionare/armonizzare la normativa specifica per la bonifica dei siti contaminati anche al fine di eliminare/chiarire aspetti normativi e tecnici ancora oggi molto controversi;

– la predisposizione di un piano operativo delle bonifiche da parte dei Ministeri dell’Ambiente,Tutela del Territorio e del Mare e dello Sviluppo Economico che venga condiviso con i Comuni;

– un provvedimento affinché la Cassa Depositi e Prestiti finanzi con “asse ad hoc” la messa in sicurezza, nei siti prioritari, dei fattori di rischio per salute e matrici ambientali, come da progetti esecutivi. Tali progetti devono essere validati dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, e successivamente, per le aree certificate come “messe in sicurezza”, dovranno essere definite le nuove destinazioni d’uso, coerenti con le previsioni urbanistiche a scala locale;

– la garanzia di adeguate risorse economiche e umane al Ministero dell’Ambiente, all’ISPRA e alle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente, ciò al fine rendere sempre più efficiente la Pubblica Amministrazione deputata per legge alle valutazioni dei progetti, al rilascio delle autorizzazioni ed alle attività di monitoraggio e controllo, così da accelerare le procedure di bonifica dei SIN;

– la creazione di uno strumento per la comunicazione trasparente e tempestiva a cittadini ed Enti Locali di ogni informazione relativa allo stato ambientale e sanitario del sito ed al progredire delle azioni di risanamento;

– l’adozione di un provvedimento che preveda di destinare ai Comuni che ricadono all’interno dei Siti di Interesse Nazionale almeno il 50 per cento dell’IMU degli opifici;

– l’adozione di un provvedimento che preveda di destinare ai Comuni che ricadono all’interno dei Siti di Interesse Nazionale i proventi derivanti dai beni confiscati alla criminalità organizzata;

– il condizionamento del rinnovo dell’autorizzazione ambientale integrata alla fornitura di idonee e qualificate garanzie costituite mediante polizza fideiussoria vincolata all’esecuzione delle specifiche opere di bonifica e al risarcimento del danno ambientale;

– un adeguato risarcimento ai Comuni a ristoro del danno di immagine causato nel tempo dalla presenza del sito inquinato.

 

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