BasilicataMicroPostPolitica

La CGIL Basilicata scrive al premier Gentiloni

Sig. Presidente,
la Sua presenza in Basilicata, per l’iniziativa sul Mezzogiorno che si tiene oggi nella Città dei Sassi, è per noi l’occasione non solo per porre l’attenzione sullo stato di avanzamento dell’evento, ormai alle porte, di Matera Capitale della Cultura 2019, ma per sottolineare come tale condizione si possa verificare all’interno di un complessivo progetto di sviluppo economico e sociale per il SUD che vada al di là dei singoli patti regionali. La Basilicata vive con Matera la sua primavera, una rinascita per la regione e per molte aree del Mezzogiorno.
Questa primavera può assecondare una traiettoria di preparazione ai continui ed epocali cambiamenti che attraversano i nostri luoghi e che metteranno sempre più a dura prova una regione, la Basilicata, ancora troppo fragile e con una missione produttiva incoerente per vincere le sfide del futuro”. Lo dichiara la Cgil Basilicata, in una nota indirizzata la presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
“In un Mezzogiorno che continua incessantemente a perdere produzioni, in un divario che si è fatto via via più ampio tra il Nord e il Sud del Paese ed in un nuovo e crescente divario tra l’Italia ed il resto d’Europa, in un contesto di inesorabile spopolamento (la Basilicata è la maglia nera secondo ISTAT) e di invecchiamento, riteniamo sia giusto pensare alla funzione di una piccola regione, provando a collocarla in un sistema, in una complessiva strategia di rilancio.
Sono tante – sostiene la Cgil –  le criticità che attraversano il Mezzogiorno e la Basilicata, una regione in chiaroscuro – come l’abbiamo definita in tante occasioni – ricca di potenzialità che evidentemente non hanno determinato alcun efficace risvolto positivo sullo sviluppo. Emblematico è il caso della Val D’agri, già sottoposto alla Sua attenzione con una nostra nota del 11 maggio scorso. Il petrolio, lungi dall’essere divenuto un fattore di sviluppo, ha determinato in quel sito una vera e propria emergenza sociale ed ambientale determinata da un ingente sversamento di greggio di cui non sono ancora chiari tutti gli effetti se non quello di una forte e diffusa preoccupazione per le potenziali conseguenze sulla salute dei cittadini e per il danno arrecato alla credibilità degli enti preposti ai controlli e monitoraggio, delle istituzioni regionali e delle stesse compagnie petrolifere presenti nell’area.
Siamo convinti che questo è il tempo in cui ricollocare visione e funzione di una regione strategica, assumendo ora la Val d’Agri quale sito produttivo nazionale dell’innovazione in campo energetico, per ripensare il settore nel solco della transizione e della decarbonizzazione del Paese e per riconfigurare il destino industriale della Basilicata, gli investimenti e le scelte ben prima che vada declinando ed esaurendosi il ciclo estrattivo. Una fase veramente nuova può partire se verranno responsabilmente verificati i livelli di emissione, gli errori e il danno ambientale prodotto.
Ma la Sua presenza oggi in Basilicata è anche per noi l’occasione per manifestarLe tutta la nostra condanna per le modalità con cui è stata gestita la vicenda inerente ai quesiti referendari proposti dalla CGIL, in particolare quello relativo ai voucher, che tre milioni di italiani hanno sottoscritto manifestando la loro contrarietà ad una disciplina del lavoro occasionale che svalorizza ed impoverisce il lavoro.
Consideriamo la scelta di introdurre nella manovra di correzione dei conti una nuova disciplina dei “voucher” un vero e proprio schiaffo alla democrazia. Le ragioni sono evidenti ed affondano le loro radici nei fatti stessi che si sono consumati in quest’ultimo breve lasso di tempo: con un Decreto Legge, definitivamente convertito lo scorso 21 aprile, il Governo ha deciso di cancellare i voucher, determinando così la decisione della Corte di Cassazione di annullare la prova referendaria.
Ma, con un atto che non ha precedenti nella storia della Repubblica, pochi giorni dopo l’annullamento del referendum, la maggioranza di Governo ha promosso un emendamento alla legge di correzione del bilancio che di fatto reintroduce i voucher. Quello stesso Parlamento che ne aveva sancito l’abrogazione, nel giro di poche settimane, smentisce sé stesso, minando alle fondamenta la sua stessa credibilità.
Al di là delle forme con cui viene normato il lavoro occasionale, quello che vogliamo evidenziare è che siamo in presenza di un’aperta violazione dell’art. 75 della Costituzione e di uno schiaffo alla democrazia, perché con un repentino voltafaccia parlamentare si è di fatto impedito ai cittadini di esprimersi col voto sulle materie proposte dal referendum offendendo etica e valori delle istituzioni democratiche
Noi Le chiediamo rispetto per la nostra Costituzione e per la democrazia”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *