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La crisi dell’edilizia al setaccio del Consiglio Direttivo di Confapi Aniem

Il trasferimento, da parte della Regione, del 30% delle risorse per pagare i crediti delle imprese del 2013 è decisamente insufficiente. Il Consiglio Direttivo di Confapi Aniem, riunitosi l’altra sera sotto la guida del presidente Michele Molinari, ha esaminato la crisi dell’edilizia in provincia di Matera, soffermandosi in modo particolare sulle nefaste conseguenze del Patto di Stabilità Interno.

Secondo le piccole e medie imprese edili di Confapi, la delibera con cui la giunta regionale ha disposto il trasferimento agli enti locali e sub regionali del 30% delle risorse per pagare i debiti del 2013, oltre al saldo del 2012, è assolutamente insufficiente per garantire la sopravvivenza di molte delle imprese creditrici, quasi tutte in grave squilibrio economico e finanziario.

Il Consiglio Direttivo presieduto da Molinari chiede alla Regione di predisporre un piano di rientro che, con la certificazione dei crediti con data certa, consenta alle banche di anticipare le fatture alle imprese. Il consiglio regionale, infatti, può autorizzare la giunta a sforare il Patto di Stabilità Interno e a predisporre un piano dei pagamenti, cioè una programmazione del trasferimento del saldo 2013.

“In questo clima di emergenza ognuno deve fare la sua parte – dichiara Molinari. Le banche dovrebbero concedere le anticipazioni dei crediti certificati e, soprattutto, essere coerenti con l’accordo che hanno sottoscritto per la sospensione dei mutui fino ad un anno o per l’allungamento fino a 270 giorni, cosa che non sempre viene rispettata”.

“In ogni caso – prosegue il presidente degli Edili di Confapi Matera – se i crediti fossero completamente pagati dalla pubblica amministrazione alle imprese, sarebbero possibili nuovi finanziamenti bancari e ci sarebbe una ripresa dell’economia. La proposta del governo nazionale di utilizzare la garanzia pubblica della Cassa Depositi e Prestiti è considerata un fatto positivo dalle imprese”.

Anche le stazioni appaltanti, tuttavia, potrebbero contribuire all’attenuazione delle conseguenze della crisi economica. Infatti, la legge consente loro di effettuare il pagamento diretto ai subappaltatori, che spesso non vengono pagati a causa delle difficoltà economiche delle imprese appaltatrici.Se l’appaltatore va in crisi e non può riscuotere il compenso dei lavori effettuati perché non ha potuto pagare i subappaltatori (condizione prevista dalla legge), allora le stazioni appaltanti potrebbero pagare direttamente i subappaltatori, evitando lunghissimi contenziosi ma soprattutto aiutando il circuito economico. Infine, in merito alle procedure di gara, il Consiglio Direttivo ha auspicato che le stazioni appaltanti del territorio, in considerazione dell’emergenza causata dalla crisi economica, nel pieno rispetto della normativa vigente, consentano un maggior utilizzo delle imprese locali nei lavori, nei servizi e nelle forniture alla pubblica amministrazione.

 

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