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La Sanità lucana tra 2010 e 2011

Tra agitazioni  popolari dei cittadini pisticcesi, infuriati per il futuro del proprio ospedale e negative valutazioni da parte di un sindacato medico per un concorso ritenuto inutile e dispendioso, per la sanità lucana l’anno 2010 si chiude tra le critiche. Ma il 2011 ci porterà il nuovo piano sanitario regionale, con la vecchia pianificazione ferma al 1999. Al momento è una bozza sottratta a sguardi indiscreti perché in circolazione esclusiva nelle segrete stanze della maggioranza del governo regionale. Quindi ci dobbiamo accontentare delle anticipazioni del Presidente De Filippo che lo definisce “innovativo”  e dell’assessore al ramo Martorano che parla di “sostenibilità” del sistema, “miglioramento” dell’offerta, “efficiente risposta” ai bisogni reali. Ci si può solo augurare quindi che non si tratti, come spesso accade, del solito malloppone di difficile lettura, in cui è contenuto tutto ed il contrario di tutto. In realtà la gente comune si chiede cosa cambierà nei propri problemi di tutti i giorni nel campo della salute. Ad esempio, le file d’attesa si accorceranno o si allungheranno? Per quali patologie si dovrà cercare una soluzione fuori regione o quanti kilometri si dovrà affrontare per avere una risposta? La spesa per ticket o prestazioni private (spesso un obbligo) lieviterà o si ridurrà? Ci saranno tagli e dove? Ci saranno investimenti e dove? E continuando su questo genere di aspetti. Si è consapevoli che la sanità costituisce la maggior parte della spesa regionale e delle oggettive difficoltà dei conti pubblici, derivanti dalla riduzione delle rimesse centrali, a loro volta dipendenti dalla perdurante crisi economica e dall’enorme debito pubblico. Una ulteriore riduzione per il Sud potrebbe derivare dal federalismo fiscale ormai in dirittura di arrivo e che imporrà di fare di necessità virtù. Alla luce di tutto questo si vorrebbe una risposta realistica, chiara e sincera su quanto accadrà.

Luciano Dipalma

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