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La società Geogastock S.p.A. in procinto di realizzare una stazione di pompaggio di gas nel sottosuolo nei territori ricadenti nei comuni di Pisticci, Ferrandina e Salandra

pozzi petrolioPisticci lì, 23 gennaio 2014

Al Presidente della Giunta Regionale

Dr. Marcello Pittella

Via Vincenzo Verrastro – 4 85100 Potenza

All’Assessore Regionale

all’Ambiente, Territorio, Infrastrutture,

OO.PP. e Trasporti

Dr. Aldo Berlinguer

Via Vincenzo Verrastro 5 – 85100 Potenza

e p.c.

Al Presidente della Provincia di Potenza

Dr. Piero Lacorazza

Piazza Mario Pagano 1 – 85100 Potenza

Al Presidente della Provincia di Matera

Dr. Franco Stella

Via Ridola – 75100 Matera

Al Presidente ANCI Basilicata

Dr. Vito Santarsiero

Via Messina 210 – 85100 Potenza

 Ai Sindaci dei Comuni

della Provincia di Matera

Ai Sindaci dei Comuni

della Provincia di Potenza

Oggetto: attività estrattive in Basilicata e relative ricadute per i comuni lucani.

Egregio Presidente, Egregio Assessore,

è nota la posizione che il Comune di Pisticci in relazione all’istanza di concessione “Serra Pizzuta Stoccaggio” che la società Geogastock S.p.A. per realizzare una stazione di pompaggio di gas nel sottosuolo nei territori ricadenti nei comuni di Pisticci, Ferrandina e Salandra (Decreto VIA n. 97 del 9febbraio 2009). Il Comune di Pisticci in quell’occasione poneva, in cambio dello stoccaggio di gas nel proprio sottosuolo, condizioni precise in relazione a sistemi di controllo, a garanzia della salute dei cittadini e dell’ambiente, oltre a congrue forme di ristoro per i cittadini dell’intera Val Basento (delibera di Consiglio Comunale n. 47 del 2 novembre 2011), tra le quali una quota irrisoria del gas stoccato, ma sufficiente ad abbattere le bollette del gas delle famiglie e delle imprese della Valle del Basento.

Tale posizione si basava sul principio secondo cui parte dei benefici derivanti dallo sfruttamento del territorio devono essere messi a disposizione delle popolazioni che quel territorio vivono, oltre i confini geografici dei singoli comuni interessati all’insediamento industriale o estrattivo. La società Geogastok ritenne di non dover accettare le condizioni poste e stralciò la parte del progetto che interessava il territorio pisticcese. Il progetto di stoccaggio di gas, quindi, sarà limitato ai territori di Ferrandina e Salandra.

È evidente che l’immagazzinamento di gas nei pozzi esausti dei comuni limitrofi non mette al riparo Pisticci, al pari dell’intera area, da eventuali ricadute negative sulla salute e l’ambiente, ma si trattava affermare la volontà di non essere considerati colonie da sfruttare per benefici altrui e questo abbiamo fatto.

Quanto esposto mi serve a introdurre l’argomento per cui mi rivolgo al Presidente e all’Assessore della Giunta Regionale. Parlo del “Protocollo d’Intenti Regione Basilicata – Eni/Shell” deliberato con atto n. 1356 del 22 ottobre 2013 dalla Giunta Regionale, appunto. Tale protocollo prevede la fornitura gratis ai comuni della Val d’Agri interessati dalle attività estrattive.

Alla luce del protocollo, vorrei capire quali sono stati i criteri per individuare i comuni meritevoli dei benefici, quale è l’area entro cui si ha diritto alle compensazioni ambientali, se esistono parametri di carattere scientifico, dei quali non sono a conoscenza, per delimitare una zona al di fuori della quale si è al riparo dalle ricadute negative derivanti dalle estrazioni petrolifere e se le attività strettamente connesse all’estrazione dei fossili sono da considerarsi dei processi estranei alla filiera del petrolio.

In assenza delle dovute informazioni confortate da studi scientifici che pongano al di fuori delle aree di rischio i comuni immediatamente dopo quelli interessati dal “Protocollo” che pure insistono a ridosso di pozzi petroliferi o dei comuni attraversati per l’intero territorio dagli oleodotti che trasferiscono gli idrocarburi alle raffinerie di Taranto o i territori comunali dove soffia lo stesso vento che lambisce Viggiano e dintorni o, ancora, quelli dove si chiude il processo della lavorazione con lo smaltimento dei reflui, risulta difficile spiegare ai cittadini di Pisticci, o di altri comuni, perché devono subire l’aumento delle incidenze delle neoplasie, perché devono convivere quotidianamente con gli insopportabili miasmi provocati dai processi di depurazione dei reflui della Val d’Agri, perché devono sopportare il continuo traffico di mezzi pesanti che mettono a dura prova le fragili infrastrutture del territorio. Eppure Pisticci è sede di un centro oli, il primo realizzato in Basilicata, ancora funzionante, a Pisticci vi sono diversi pozzi e alcuni di essi sono ancora attivi, Pisticci ricade in una zona SIN fortemente inquinata, a Pisticci come accennavo prima vengono smaltiti enormi quantità di reflui presso Tecnoparco Valbasento S.p.A, a capitale misto pubblico e privato dove pubblico si legge Regione Basilicata.

Tanto, Egregio Presidente ed Egregio Assessore, per dire che il mio comune ha tutti i titoli per chiedere in maniera risoluta di essere interpellato ed inserito nei vari protocolli, accordi o tavoli legati alle estrazioni petrolifere ma, premesso che a mio parere le forme di ristoro sono risibili a fronte del contributo che l’intera regione offre generosamente all’economia nazionale, il fatto che i processi di lavorazione avvengono nel territorio comunale di Pisticci e le estrazioni nella val D’Agri, è da attribuire ad una eventualità geografica dettata dal caso, e proprio per questa ragione riteniamo che non può e non deve essere solo Pisticci o i comuni dove si estrae il petrolio a godere degli eventuali benefici economici.

La nostra regione è equiparabile, per grandezza demografica, ad un quartiere di una grande città e come un quartiere dovrebbe dotarsi di forme di gestione associata e di solidarietà, questo tanto più è vero se consideriamo l’allarmante aumento delle patologie legate all’inquinamento che interessano, purtroppo, l’intera regione e tutti i comparti delle attività produttive a cominciare dal turismo e l’agricoltura.

Il principio di solidarietà acquisisce oggi un valore particolare in assenza di occasioni di reddito per quelle famiglie che ingrossano i dati relativi alla povertà. Non è raro, infatti, che venga cessata la fornitura di gas domestico perché non si riesce a pagare la fornitura, questo lo sanno bene i Sindaci e i servizi Sociali dei comuni, ed è insopportabile che ciò accada proprio dove maggiore è la presenza di persone deboli, di anziani, di malati, ecc. Non sembra paradossale tale situazione in una regione ricca di risorse energetiche? Allo stesso modo è paradossale che per le famiglie lucane non esista uno schema che preveda l’abbattimento delle tariffe legate all’energia? Sarebbe fuori luogo chiedere il gas per tutti i comuni lucani che, ripeto, assommati equivalgono per popolazione a un quartiere di una grande città?

Per queste ragioni non comprendo il fatto che la stragrande maggioranza dei lucani debbano essere completamente esclusi dalla discussione legate alla questione petrolio e per le stesse ragioni chiedo il coinvolgimento di tutti i comuni della Basilicata nel costituire una forte entità collettiva al fine di chiamare il Governo Centrale e le compagnie petrolifere ad un atteggiamento equo e rispettoso delle prerogative dei cittadini lucani.

Rimango in attesa di un cenno di adesione da parte dei comuni a cui la presente invio per conoscenza.

Saluto cordialmente.

Il Sindaco di Pisticci

Dr. Vito Anio Di Trani

 

 

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