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La vigilia del ‘giorno della riscossa’ in Val d’Agri

val d'agri 2Alla vigilia dell’incontro “spacciato” dai sindaci della Val d’Agri come il “giorno della riscossa”, politicamente già sgonfiato dalla marcia indietro sull’ipotetica “lista di sindaci” – quindi privato della potenziale possibilità di procurare un danno di voti al centrosinistra in primo luogo ma anche al centrodestra – un consiglio agli amministratori ribelli: non facciano populismo a buon mercato”. E’ il pensiero di Filippo Massaro, presidente Csail-Indignati Lucani.

“E come si fa a non chiamare populista e demagogica, ad esempio, la proposta di predisporre, da parte delle Società titolari di Concessioni per la coltivazione di idrocarburi in Basilicata, specifici piani strategici occupazionali per almeno 2000 unità lavorative ogni 50 mila barili estratti al giorno? Ma come – dice Massaro – sinora quegli stessi sindaci che si sono accontentati di affiggere in Municipio gli avvisi di selezione di assunzioni con la speranza di “infilarne” qualcuno dei tantissimi disoccupati del proprio paese che ogni giorno vanno a bussare alla porta, chiedono adesso addirittura 2mila nuovi posti? La gente della Val d’Agri non può essere ancora presa in giro specie dopo che la Total per Tempa Rossa pensa di raggiungere quota 1600 assunzioni ma solo per un anno per poi calare a qualche centinaio, perché è risaputo che il petrolio non dà tanti posti di lavoro a tempo indeterminato.

Diffidiamo anche dell’ ombrello protettivo che – sostiene il presidente Csail-Indignati – dovrebbe proteggerci dalle attività petrolifere per il semplice fatto che i sindaci hanno pieni poteri di intervento in materia di tutela di salute pubblica e protezione civile, eppure non li hanno mai esercitati. Altrettanto non ci convince la volontà di salvaguardia e tutela della risorsa acqua sia superficiale che sotterranea da ogni forma di possibile rischio derivante dalle attività estrattive, anch’essa tardiva. Per queste ed altre mille ragioni i sindaci farebbero bene a definire un documento meno impossibile da tradurre in risultati concreti. Basterebbero tre-quattro punti cominciando dalla dichiarazione-impegno a “creare ogni ostacolo tecnico-burocratico-amministrativo” alle compagnie in mancanza di gesti concreti e provvedimenti finalizzati allo sviluppo e all’occupazione.

Manca nella strategia dei sindaci una parola chiara che non si limiti alla speranza per il futuro dei giovani valligiani a non andare via e, ci sia consentito, una sola parola di autocritica su come anche loro hanno sperperato le royalties, poche o tante (è il caso di Viggiano) che siano.

 

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