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Liberalizzazioni: Csail, noi non chiediamo scusa a nessuno

“Noi, a differenza di altri, non chiediamo scusa proprio a nessuno perché l’aggressione al nostro territorio e alle coste è solo rinviata e non abbiamo certezze per il futuro. Anzi, aspettiamoci altre manovre dalle multinazionali del petrolio”. E’ il commento del presidente del Csail-Comitato Promotore Indignati Lucani Filippo Massaro alle modifiche introdotte alla bozza iniziale del decreto Liberalizzazioni di Monti.

“La norma che ci ha allarmato perché consentiva di realizzare il sogno delle compagnie di trasformare la Basilicata in“gruviera”  è andata a farsi friggere e, almeno per ora, la norma che  abbassava il limite delle trivellazioni in mare da12 a 5 miglia dalle aree protette è stata rimandata. Le altre novità, invece, riguardano la cancellazione della parola offshore dal titolo del relativo articolo, ed è stato completamente cancellato l’art.22 quello inerente alla liberalizzazione della ricerca di idrocarburi. La cosa incredibile – aggiunge Massaro – è che questa scelta del governo tecnico venga giustificata con la richiesta di agenzie di rating che lo stesso governo e le forze politiche in coro definiscono “inaffidabili e rappresentanti della finanza di rapina che ha distrutto intere economie”. Ma attenzione: si passa ad un regime concessorio unico «Che prevede una fase di ricerca al termine della quale, in caso di esito negativo, il titolo cessa, mentre in caso di ritrovamento minerario prosegue l’attività attraverso le fasi di sviluppo, produzione, ripristino finale». Questo significa, aggiunge Massaro, lo diciamo a chi come il Governatore De Filippo non l’ha capito (o finge di non averlo capito) e si permette di fare lezioni di comportamenti etici accusando associazioni, comitati e movimenti di “procurato allarme”, quando dovrebbe dare conto del suo discutibile operato, che il Governo – continua il presidente Csail – stende un tappeto rosso sotto i piedi delle grandi compagnie petrolifere: basterà ottenere una Valutazione d’impatto ambientale positiva. Così si darebbe il via libera alle attività di una miriadi di multinazionali, spesso piccole e poco “sicure”, spesso improvvisate e allo sbaraglio senza il bagaglio tecnico e le risorse per affrontare disastri.

Altro che chiedere scusa! Si tratta, conclude Filippo Massaro, di tenere in piedi il movimento di comitati cittadini e popolari, degli “indignati” perché la guerra del popolo lucano che non vuole condividere la sorte di quello della Nigeria, dove le compagnie sono i veri padroni della vita dei cittadini, è tutt’altro che vinta. Forse abbiamo vinto una battaglia ma guai a mollare la vigilanza. Restando al settore energetico, l’articolo 30 prevede anche di accelerare la dismissione delle vecchie centrali nucleari italiane, ma non dice dove andranno a finire scorie e rifiuti: questo dovrebbe dirci qualcosa… Per il gas è prevista la separazione della rete Snam dall’Eni: è necessario capire cosa succederà per il gas di provenienza dai pozzi petroliferi lucani ceduto dall’Eni, proprio attraverso Snam, alla Regione. E non è certo poca cosa tenuto conto dei 700-750 milioni di metri cubi di gas l’anno e del profitto realizzato dalla Società Energetica Lucana con benefici per le bollette del gas domestico dello stesso livelli di elemosina della vergognosa, delusoria, offensiva e nauseante card carburanti”.

Filippo Massaro Csail-Comitato Promotore Indignati Lucani

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