BasilicataPolitica

L’inadeguatezza del ‘piano casa’

La necessità di attuare una serie di interventi sulla legge regionale n. 25 del 7 agosto 2009, c.d. ‘Piano Casa regionale’, discende dall’analisi effettuata circa l’impiego che la normativa ha realmente avuto dalla sua entrata in vigore, per queste ragioni il Consigliere Regionale del Movimento per le Autonomie Francesco Mollica ha presentato un emendamento all’assestamento di bilancio. L’analisi suddetta, condotta da Il Sole 24 Ore, ha evidenziato tutta l’inadeguatezza del nostro Piano Casa, come di quello di quasi tutte le regioni, dal momento che tali strumenti sono rimasti per lo più inutilizzati, sia per i limiti che per le difficoltà interpretative che presenta, pertanto la presente proposta di legge appare necessaria per consentire a tale strumento di perseguire il fine che gli è proprio.

Al fine di dirimere una questione interpretativa si propone di modificare gli articoli 2 e 3 della legge, inserendo la dicitura “e/o civile abitazione”, accanto agli edifici residenziali, in modo da adattare la normativa alla reale struttura del tessuto urbano, composto da fabbricati con attività commerciali e non ai piani terreni e residenziali ai piani superiori, fino ad ora esclusi dal novero degli edifici su cui effettuare interventi di demolizione e ricostruzione, limitati solo agli edifici residenziali.

Inoltre, con l’aggiunta dell’ultimo capoverso del comma 1 dell’articolo 2 della legge, si specifica cosa debba intendersi per “edifici per civile abitazione”, riprendendo quanto stabilito al riguardo dal Consiglio di Stato che, con sentenza n. 5242 del 2009, ha precisato che “la nozione di fabbricato destinato a civile abitazione (ovvero con destinazione residenziale) individua una tipologia di immobili urbani o rurali destinati per la maggior parte della cubatura ad uso di abitazione per famiglia, costituiti da un insieme di vani funzionalmente connessi ed asserviti all’uso comune; il presupposto essenziale della nozione di civile abitazione è che sia consentita una dignitosa possibilità di abitazione di un nucleo familiare (indipendentemente dalla consistenza dello stesso).

Tale precisazione si rende necessaria per chiarire un concetto sul quale la circolare esplicativa emanata dalla Regione ha posto, del tutto arbitrariamente, dei parametri percentuali non inseriti in alcuna pronuncia giurisprudenziale. Infatti appare limitativo porre un valore percentuale preciso, nel caso de quo 70 e 30%, alla definizione fornita dal Consiglio di Stato che al riguardo richiede la maggior parte della cubatura, a prescindere da valori numerici. L’assestamento di bilancio ritengo debba essere – conclude Mollica – un’occasione per garantire al cittadino la tutela dei propri diritti o, quantomeno, per arginare quelle situazioni che, se tralasciate, potrebbero danneggiare i cittadini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *