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L’Italia rinnova il suo naviglio militare. A beneficiarne sarà anche la Puglia

marina militare tarantoLa Marina è ad una svolta. La forza armata di mare che in Puglia ha il suo cuore pulsante nei tre grandi poli militari di Brindisi, Grottaglie e Taranto (con quasi 15mila dipendenti diretti), ha scongiurato il rischio di estinzione della flotta. Un pericolo paventato la scorsa primavera dal Capo di stato maggiore, l’ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi, perché le navi erano ormai logore, e non c’erano fondi a sufficienza per investire nella cantieristica navale. La Legge di stabilità recentemente ‘licenziata’ dal Parlamento ha portato alla Marina una boccata d’ossigeno: l’Italia, nel giro di un lustro, vedrà un cospicuo rinnovamento del naviglio militare che, in gran parte, ha raggiunto e superato i limiti operativi imposti dall’età. A beneficiarne sarà soprattutto la Puglia, che nelle basi di Taranto e di Brindisi accoglie la maggior parte della flotta.

A spiegare la filosofia dell’imminente cambiamento è lo stesso ammiraglio Giuseppe De Giorgi: “Ci sono stati concessi tre mutui ventennali: quattro miliardi e mezzo di euro con cui si potranno costruire 10 nuove navi che si andranno ad affiancare ad altre 10 già in fase di progettazione. Venti unità navali nuove, dunque, a fronte di 50 navi in uscita per raggiunti limiti d’età. La situazione è migliorata, anche se questa è solo una parte della manovra necessaria per salvare la Marina e la cantieristica».

Sul tipo di navi che si potranno vedere in futuro nei porti della Puglia, De Giorgi ha affermato: “Tre unità navali fondamentali per la Marina: la prima sarà anfibia e andrà a sostituire le due San Giorgio e San Marco (navi di stanza a Brindisi, ndr). Per intenderci il San Marco è la nave che sta coordinando tutta l’attività dell’operazione ‘Mare nostrum’ per il soccorso ai migranti. È un tipo di nave strategico per un Paese come l’Italia perché può essere impiegata anche, ad esempio, nelle calamità naturali.

Le altre navi saranno pattugliatori, veloci, polivalenti fino dalla progettazione e serviranno, anche in questo caso, da supporto e soccorso alla popolazione per le calamità, o per l’evacuazione di nostri connazionali dalle aree di crisi, con uno spazio per l’ospedale, per l’accoglienza di profughi, o per ospitare mezzi dei reparti speciali. Saranno navi ‘verdi’, costruite con massima attenzione per l’ambiente, in grado di alimentare con acqua potabile ed energia elettrica, ad esempio, un centro di 6 mila abitanti. La terza tipologia è una rifornitrice che sostituirà le attuali e vetuste Vesuvio e Stromboli”. Sui tempi di realizzazione e consegna, De Giorgi non si è sbilanciato: “I contratti entro il 2014, altri 12 mesi per il cosiddetto taglio della lamiera e, si spera, nel giro di 5 anni, l’ingresso nella flotta. Trenta mesi invece per i pattugliatori”.

 

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