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L’Italia sono anch’io, parte la campagna per la nuova cittadinanza

Le Acli di Potenza si mobilitano in vista della campagna nazionale “L’Italia sono anch’io” promossa, in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia, da Acli, Arci, Caritas e altre 15 associazioni per modificare l’attuale legislazione in tema di cittadinanza e diritto di voto per le persone straniere. Dopo l’estate partirà una doppia raccolta di firme per due proposte di legge di iniziativa popolare. La prima intende estendere la cittadinanza italiana ai figli di genitori stranieri nati o cresciuti in Italia che frequentano regolarmente le scuole (oggi la cittadinanza si ottiene a 18 anni e solo dopo un complesso percorso burocratico). La proposta intende, inoltre, dimezzare i tempi per la richiesta della cittadinanza da parte degli stranieri adulti. La seconda proposta mira ad estendere il diritto di voto amministrativo agli stranieri che risiedono regolarmente in Italia.

In Basilicata, secondo il XX Rapporto Caritas-Migrantes (dati aggiornati al 31/12/2009), sarebbero interessati circa 2.400 minori stranieri residenti, di questi circa 1.700 frequentano regolarmente le scuole lucane di ogni ordine e grado. Complessivamente gli stranieri residenti in Basilicata sono quasi 13 mila. La comunità più popolosa è quella rumena, con oltre 5 mila presenze, pari al 38,8 per cento. Seguono a distanza albanesi, marocchini, ucraini, cinesi e polacchi. Tra il 2002 e il 2009 la popolazione straniera in Basilicata è cresciuta del 300 per cento.

“Stiamo parlando di una realtà che inizia ad avere numeri consistenti e che pone nuove questioni in termini di politiche di accoglienza e integrazione”, commenta il presidente provinciale delle Acli, Gennaro Napodano, che si dice “convinto della necessità di modificare l’attuale legislazione sulla cittadinanza e sul diritto di voto per eliminare disuguaglianze e ingiustizie che oggi limitano sul nascere ogni tentativo di integrazione sociale dei migranti. Come cristiani impegnati nel sociale – prosegue Napodano – sentiamo il dovere civico e morale di operare concretamente per costruire un concetto di cittadinanza che sia più inclusivo, nella convinzione che la piena integrazione si possa ottenere solo attraverso il pieno esercizio dei diritti. È una risposta – conclude Napodano – che dobbiamo ai 2.400 minori stranieri che risiedono nella nostra regione, che frequentano le nostre scuole, che giocano con i loro coetanei italiani, bambini e ragazzi nati o cresciuti in Italia e quindi italiani a tutti gli effetti che oggi, per via di una legislazione troppo restrittiva, sono costretti a vivere come stranieri in patria”.

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