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L’ombra dello Ior dietro la crisi finanziaria della ‘Casa della Divina Provvidenza’

don uva foggiaCi sarebbe lo ‘zampino’ dello Ior dietro il crac finanziario della Casa della Divina Provvidenza. È quanto risulterebbe da alcuni movimenti finanziari poco chiari, secondo quanto riportato dal sito Repubblica.it. Tra la Puglia e la Basilicata ci sono 1500 persone che rischiano un posto di lavoro. Pare, inoltre, che sul conto corrente di una suora di 70 anni, dopo un passaggio da un deposito dello Ior, ci siano 27milioni di euro, che non dovevano essere lì e che invece dovevano essere utilizzati per salvare i lavoratori e le loro famiglie. E così la Casa della Divina Provvidenza, uno delle strutture di punta della sanità, convenzionata da queste parti con strutture a Foggia, Bisceglie e Potenza, ha un buco di bilancio da mezzo miliardo di euro, nonostante i milioni di euro che ogni anno arrivano da Puglia e Basilicata, per l’attività assistenziale svolta, dopo anni di crisi, di casse integrazioni e ammortizzatori sociali vari, finanziati dallo Stato.

Per salvare la continuità aziendale e posti di lavoro, l’amministrazione ha chiesto di accedere ad un concordato preventivo. La palla, ora, passerà dalle mani della giustizia fallimentare a quella penale, dai giudici fallimentari alla Procura di Trani, che si imbatte in una serie di strane transazioni: maxi parcelle elargite ad alcuni professionisti e, soprattutto, uscite mal documentate. Seguendo le transazioni di denaro, si arriva ad un conto corrente dello Ior, sul quale i soldi transitano per poi rientrare di nuovo in Italia, in parte con lo scudo fiscale. E non sui conti correnti della Casa Divina Provvidenza, bensì su quelli di un altro ente, ‘Casa di Procura’, gestito da Assunta Puzzello, una suora 70enne. I magistrati chiedono e ottengono il sequestro dei 27 milioni, nonostante i legali della suora sostengano sia che la Casa di Procura non è un ente fittizio, sia che quei soldi non sono il frutto di una struttura finanziaria parallela che serviva a nascondere i soldi dai creditori come invece sospetta la Procura.

“Quel denaro arriva dagli accantonamenti dell’attività sanitaria-assistenziale svolta dalle suore. Si tratta semplicemente di vecchie pensioni e contributi mai pagati”, ha affermato la religiosa. Ma i magistrati però non ne sono affatto convinti. E, per non saper né leggere né scrivere, si apprestano a chiedere una rogatoria alla Città del Vaticano per capire qualcosa in più su quel conto Ior.

 

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