BasilicataCronaca

L’USPP contesta lo stop all’uso gratuito delle caserme per il pernottamento degli agenti di Polizia Penitenziaria

La Segreteria Regionale Puglia e Basilicata, fa sapere attraverso una nota, che “siamo intervenuti, con lettera inviata al vertice del D.A.P. Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, a firma del Presidente dell’USPP Giuseppe
Moretti cui ha chiesto l’annullamento delle disposizioni con cui il Direttore Generale del Personale e delle Risorse Dr. Pietro Buffa ha disposto il ripristino del pagamento del pernotto nelle caserme, che non risulta essere stato superato da norme successive a quella che ha introdotto la “gratuità” dell’uso (Art.7, comma 5, DL 16 ottobre 2017 n.148), nonché l’annullamento delle disposizioni relative al recupero delle somme pregresse, a decorrere dal 16.10.2017”.
“Senza volersi addentrare nell’esame specifico della nota che si contesta” precisa Moretti “l’interpretazione della norma che consente l’uso gratuito delle caserme al personale di Polizia Penitenziaria appare chiaro e lapalissiano e non suscettibile di interpretazioni, come quelle fornite dalla Direzione Generale, che peraltro annovera tra le caserme anche gli alloggi di servizio destinati come noto anche ad altre figure amministrative appartenenti all’amministrazione penitenziaria o ad essa assegnate (ad esempio magistrati), come ammesso dallo stesso Direttore Generale, mentre la norma sopra richiamata è specificatamente destinata al solo personale di Polizia Penitenziaria”. Nella contestazione presentata dal rappresentante USPP, viene evidenziato che “la modifica introdotta all’art. 18, comma 3, della Legge 395/90 dal citato novellato legislativo è inequivocabile : – Il personale del Corpo ha facoltà di pernottare in caserma “a titolo gratuito”, compatibilmente con la ​ disponibilità dei locali- , non risultando nessuno riferimento ad una quantificazione economica entro la quale la gratuità dell’uso si esaurisce”.
“Non solo” continua Moretti “quantunque ciò fosse suffragato da motivazioni certe (e non lo è), la conclusione secondo la quale la disponibilità dei fondi che sarebbe collegata a soli 800 alloggi a fronte dei 4400 individuati, appare totalmente inaccettabile escludendo aprioristicamente il personale opportunamente individuato a poter usufruire di tali alloggi gratuitamente, in quanto secondo codesta Amministrazione-sorgerebbe una difficoltà oggettiva- ad individuarli (!?)”. Fermo restando che l’espressa dicitura “a titolo gratuito”, ad avviso della federazione, esclude ogni minima pretesa economica anche relativa agli oneri accessori, nella lettera di contestazione si ribadisce la richiesta di revoca delle disposizioni impartite dal Direttore Generale del personale con la nota in argomento, addirittura chiedendo anche di valutarne la censura dell’operato relativamente alla mancata corretta quantificazione degli oneri di gestione degli alloggi di cui trattasi, che- come di tutta evidenza- ha comportato una dotazione del relativo fondo di gran lunga inferiore a quella necessaria.
“Non è tollerabile” per Moretti “la circostanza per la quale tale minor dotazione economica o il maggior esborso per la gestione di tali caserme e alloggi collettivi, possono determinare eventuali rilievi da parte della Corte dei Conti, che a sommesso avviso di questa federazione richiederebbero una preventiva indagine interna a codesta amministrazione, debbano ancora una volta riflettersi negativamente sul personale che in quei luoghi spesso non adeguatamente salubri, trova un ristoro del tutto aleatorio e mai compiuto, che si vedrebbe ancora di più assottigliate le proprie finanze, nonostante offra di fatto anche un servizio di pronto intervento nel caso, non remoto, di disordini all’interno delle carceri nelle ore notturne, quando cioè il numero degli agenti in servizio è ridotto al lumicino”. L’USPP in assenza dei provvedimenti si vedrà costretta a scendere in piazza per protestare anche su altre criticità che stanno compromettendo la serenità lavorativa del personale che rappresenta a cominciare dalle aggressioni e per finire al tentativo di smantellamento degli accordi decentrati attraverso l’uso di un programma di gestione informatizzato che non rispecchia le minime esigenze organizzative del servizio del personale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *