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‘Masseria Crisci’ a Montemurro in stato di totale abbandono

Proprio nel giorno in cui prende il via l’evento “Storie in cammino: itinerari sulle Vie Francigene della Val d’Agri”, con l’obiettivo di far conoscere e valorizzare il patrimonio ambientale-naturalistico, storico-culturale, alimentare della valle del petrolio, il Csail Massaro-Indignati Lucani denuncia che un fabbricato rurale di pregevole fattura, restaurato dal Comune di Montemurro con una somma di oltre due miliardi di vecchie lire, la “Masseria Crisci”, è scarsamente utilizzata. “I locali molto belli che fino all’anno scorso erano adibiti per la ristorazione, convegni, matrimoni, piano bar, eventi culturali, ecc. – segnala Massaro, presidente Csail-Indignati – sono stati adibiti a sede del Gal-AKIRIS e, pertanto, sono preclusi alla fruizione pubblica, restano chiusi e abbandonati alle intemperie meteorologiche. Una struttura che è localizzata in un ‘paesaggio incantevole’ scoperto e frequentato anche da tantissimi turisti. Solo un varco pedonale ricavato da ignoti lungo la recinzione permette il passaggio a quanti sono amanti delle bellezze della natura, persino a sposi che vogliono fotografare e immortalare il giorno del loro matrimonio. Molti cittadini che si sono rivolti al Csail-Massaro chiedono di sapere i motivi di questa insensata riconversione della “Masseria Crisci” il posto ameno sul “lago Pertusillo” il più bello e non solo della Val d’Agri. Accade così che, da una parte si fanno sforzi anche encomiabili come quelli dei volontari del Wwf, per attrarre visitatori in Val d’Agri magari ripercorrendo gli itinerari delle antiche “Vie Francigene”, e dall’altra si sprechino contenitori in grado di rappresentare un punto di riferimento per gli eco-turisti e per ospitare iniziative culturali ed artistiche.

Senza sottovalutare – dice Massaro – che “Masseria Crisci” ha tutte le carte in regola per diventare vetrina permanente di esposizione dei prodotti agricoli di qualità e dell’alimentare e vini tipici di quest’area. Ancora una volta gli amministratori regionali e locali dimostrano di avere più attenzione per gli interessi personali e per il petrolio che non per quegli autentici giacimenti produttivi rappresentati da ambiente, storia e cultura. Non è concepibile che per molti politici-amministratori lucani, per farsi comprendere, bisogna esprimersi col linguaggio “ostrogoto”.

 

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