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MATERA 2019, ci siamo anche noi

Ci siamo anche noi. Grazie e bravi agli amici che hanno lavorato su un vasto progetto per ottenere un risultato così bello e che farà sentire a tutti l’orgoglio della nostra lucanità e di uomini del sud. Penso che anche il lavoro svolto in sordina all’esterno debba avere una maggiore forza per far confluire anche altri eventi nel progetto che ha portato a eleggere Matera Capitale della cultura per un anno. Sì, ci siamo anche noi con le nostre piccole potenzialità e con i nostri valori ampliati in territori diversi.
Lecce, Cagliari, Perugia, Siena, Ravenna sono anch’esse vincitrici poiché, per la prima volta, il “seme” della formazione intellettuale è alla base di un megaprogetto in Italia. W Matera città unica che dopo i segni profondi di un passato non tanto lontano, lasciato sulla pelle dei cittadini e nelle loro memorie è riuscita a lavorare bene, non per raggiungere un traguardo ma per presentare una città nuova, bella, unica al mondo. Facciamo in modo che le infrastrutture formate dalle strade, ferrovie e aeroporto nascano per offrire non solo un laboratorio culturale per l’anno 2019, ma dare alla città e alla regione quella dignità più volte offesa, dalla miseria, dal brigantaggio e dall’emigrazione costante, la più alta percentualmente nella nostra nazione. La nomina di Matera è soprattutto un passaggio da “Città della vergogna”, negli anni cinquanta a Città della cultura europea.
E’ questo senza dubbio un messaggio forte che la città deve saper gestire come momento di crescita, non come segno di riscatto, per dare indicazioni sul potere della cultura in tutto il mediterraneo.
E’ la cultura che unisce e Matera, città Unesco, con la sua antichità e con la sua modernità, nello stesso tempo, è il punto trainante dei giovani, in particolare, che hanno messo dentro il progetto, le loro capacità, il loro entusiasmo, le loro attese per una vita ben vissuta al presente e, soprattutto, le loro speranze per un domani migliore, fidandosi sul sapere anche dei loro padri. Ora tanti paesi, integri nella loro bellezza, potranno essere da supporto a un territorio unico e sede di turisti provenienti da tutto il mondo.
E’ questo un momento di grande euforia, vissuto con intensità da tutti, sfociato nella grande festa organizzata a un mese dall’elezione, con la Presenza del Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini e di tutte le autorità delle città finaliste. Ora le forze devono continuare a essere ottimizzate e il progetto allargato ad altri contenuti, come quello di far risorgere la Magna Grecia con Taranto e la provincia con le gravine, per esprimere potenzialità e modelli di crescita allargati a un territorio che si chiama sud e mediterraneo.
Naturalmente i sogni che la nomina di Matera capitale della cultura crea sono tanti e le attese ancora maggiori del progetto stesso.
Sarà importante saper cogliere questo momento e stare attenti a non illudersi che “Matera capitale della cultura 2019” sia una bacchetta magica che possa risolvere tutte le problematiche di un sud che neanche la Questione Meridionale, avviata 110 anni fa dopo la visita di Zanardelli, in Basilicata, è riuscita a portare a termine.
Le basi per un futuro più roseo, però, sono già state messe.
Ringrazio il sindaco Salvatore Adduce, il direttore Paolo Verri con tutto il comitato, per l’ammirevole lavoro svolto. Un grazie ai materani, alla regione Basilicata, all’APT, alle associazioni per il loro sostegno al progetto.
Michele Santoro
Presidente dell’Associazione Culturale
Presenza Lucana di Taranto

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