BasilicataCronacaPuglia

Matera e il sogno chiamato ferrovia

Al Nord c’è la Tav, qui al Sud c’è la Tal. Nel Mezzogiorno, dove il famoso ‘Cristo’ di Carlo Levi si è fermato a Eboli, perché di strada ferrata per proseguire verso la Basilicata non ce n’era neanche l’ombra, la Tal è il Treno ad Andamento Lento che, forse, avrebbe indotto Tullio De Piscopo a scrivere un’altra canzone. Un treno lento, che quando arriva a Baragiano (PZ), con pendenza del 25%, indipendentemente dal tipo di treno, si ferma, e rimane lì, in salita, ed aspetta che da Salerno o Potenza arrivi un’altra motrice a rimorchiare il convoglio e trainarlo alla stazione di Potenza. Da qui, poi, si lascia il treno e si prosegue il viaggio in pullman sino a Taranto. La Basilicata ha una rete ferroviaria di appena 356 chilometri per circa tremila passeggeri al giorno, il che si traduce in un trionfo del trasporto su gomma rispetto a quello su ferro (95% contro 5%) persino nel settore del trasporto pubblico. Per andare da Matera a Salerno, con il ‘sistema integrato’ treno-pullman, ci vogliono 7 ore.

Matera, appunto. E’ dal lontanissimo 1906 cha la città sogna, a ragione, di dotarsi di una stazione delle Ferrovie dello Stato. L’unico capoluogo d’Italia, oltre a Nuoro, privo di collegamenti ferroviari con il resto dello Stivale. La stazione di Matera è oramai l’emblema di una vicenda storica. L’esempio più alto di spreco di denaro pubblico, sacrificato sull’altare della mancanza di programmazione. Esisteva addirittura il sito internet delle Ferrovie dello Stato a Matera, unico caso al mondo. La fermata più vicina alla città dei Sassi è Ferrandina, ma la stazione è priva di personale; il turista o chiunque voglia visitare Matera, una volta arrivato a Ferrandina, non sa cosa fare, è abbandonato a sé stesso; c’è solo un bus navetta per Matera, ma non è pubblicizzato adeguatamente. Il fenomeno turismo, e non c’è bisogno di essere un genio per capirlo, è legato strettamente al sistema dei trasporti, il quale, da sempre, influenza l’accessibilità ad una località turistica. Nell’agosto del 2002, durante la trasmissione di Radio 1 ‘Beha a colori’ , Leonardo Gorra, dirigente RFI (Rete Ferroviaria Italiana) disse che la tratta ferroviaria Ferrandina-Matera si sarebbe ultimata nel settembre 2005. Più di 6 anni fa. L’ultimo documento sulle infrastrutture prioritarie del Ministero dell’Interno indica il 2009 come limite per l’attivazione della tratta sopra citata. Anche in questo caso, i tempi sono stati abbondantemente superati. Il risultato è che Matera continua ad avere infrastrutture viarie e trasporti al limite dell’inesistenza, e così facendo è difficile programmare il futuro. Ci chiediamo da sempre, come può esserci occupazione, sviluppo, mercato del lavoro, se vengono a mancare i collegamenti con il resto dell’Italia? La stazione di Matera sembra quello che, in storia dell’arte, è noto come NON-FINITO. Ma nella sua incompletezza, ha qualcosa: è l’oggetto di ETERNA promessa che TUTTI i politici hanno usato per rastrellare quanti più voti. In 106 anni, nella città dei Sassi sono passate Amministrazioni di destra, centro, sinistra, sono arrivati ministri, sottosegretari, Presidenti della Repubblica, del Consiglio, ma tutto tace. Le solite promesse a vuoto, fatte solo per riempirsi la bocca e gettare ulteriore fumo negli occhi della popolazione. E come dimenticare la famosa gaffe di Trenitalia, datata 2005, e documentata da tutte le trasmissioni televisive. Uno spot per il Natale, con il supereroe dei Fantastici 4, ‘La Cosa’, che invita ad acquistare un biglietto in offerta speciale “per andare a trovare lo zio Pietro a Matera”. Oltre al danno, la beffa, anzi la consapevolezza di essere stati presi in giro da chi dovrebbe sapere benissimo dove arrivano i suoi treni. I consiglieri regionali lucani hanno scritto a Trenitalia, accusandola di aver confezionato “uno spot ingannevole e fuorviante, frutto di scarsa conoscenza della propria dotazione infrastrutturale”. Il paradosso è che a Matera, la stazione delle FS c’è, nei pressi di Borgo La Martella (periferia sud della città), ma è la classica ‘cattedrale nel deserto’, un cantiere aperto più di vent’anni fa. Solo che oggi, dopo aver speso la modica cifra di 600 miliardi delle vecchie lire, i lavori si sono arenati in una galleria, perché i tecnici hanno trovato, beati loro, un giacimento di gas naturale. In tutto questo mare di cifre, dichiarazioni, promesse a vuoto, restano delle certezze e delle domande: per quanti anni non sono state costruite infrastrutture? Da quanti anni Matera attende la sua ferrovia? Da quanto tempo la Basilicata è collegata alla Campania (direttamente, si intende) solo grazie al Ponte di Picerno? (in questo caso, va fatto un discorso a parte, perché si tratta di un altro esempio fulgido di infrastruttura abbandonata o chiusa). Al Nord si dibatte di Tav, di alta velocità, di FrecciaRossa, FrecciaBianca e FrecciaArgento. Al Sud, invece, c’è un capoluogo di provincia, Matera, città che conta 60mila abitanti, un panorama artistico e storico che ha stregato registi di fama mondiale (Pasolini, Lattuada, Rosi, Wertmuller, Gibson, Hardwicke, Placido) che hanno ambientato i loro film nella città dei Sassi, che ancora oggi è non ha una Ferrovia dello Stato. E le pagine del best-seller di Carlo Levi sono ancora una triste realtà

Matera, comunque, non è priva di ferrovia. Esiste una linea a scartamento ridotto interregionale, la Fal (Ferrovie Appulo-Lucane), che la collega a Bari. Ma anche in questo caso, i problemi non sono pochi. Da qualche tempo l’Amministrazione materana ha ritenuto necessario ricorrere ad un dimensionamento chilometrico del trasporto Pubblico su gomma, dato il modesto utilizzo da parte dei cittadini. Inoltre, gran parte dei fondi previsti dai PISUS, dovrebbero servire per la riqualificazione degli immobili delle FAL, nonché per la ristrutturazione delle stazioni metropolitane già esistenti. Non sarebbe più urgente allora, da parte delle FAL, provvedere al miglioramento del ‘disservizio’ quotidianamente offerto agli utenti che utilizzano la tratta Matera-Bari?

Mercoledì c’è stato un incontro presso il Municipio di Matera tra il sindaco Adduce, il presidente delle Fal, Colamussi, e il tecnico delle Fal stesse, Ciurnelli. Tema dell’incontro, il prolungamento della tratta ferroviaria sino all’ospedale Madonna delle Grazie. Ciurnelli, nell’occasione, ha detto: “Il progetto prevede la fermata all’Ospedale Madonna delle Grazie nei pressi dell’incrocio con rotonda con accesso sotterraneo all’area del nosocomio. Il costo complessivo previsto è di 8 milioni e cento mila euro e prevede, oltre al prolungamento, anche il restyling dei fabbricati di stazione in territorio materano, la trasformazione della fermata di Matera centrale in stazione d’incrocio con abbattimento dell’attuale fabbricato e trasferimento dell’ingresso nello storico fabbricato delle Fal”. Sarà tutto vero o, come molti temono, l’ennesima promessa che non verrà mantenuta?

Giova ricordare che l’anno scorso, a maggio, dopo un altro incontro tra Adduce e Colamussi, venne stabilito che nel mese di luglio le corse in una giornata sulla tratta Matera-Bari sarebbero state ben 44, e che, sempre entro luglio, su 12 corse i passeggeri avrebbero viaggiato in carrozze completamente riqualificate con impianto di climatizzazione. Inoltre, tra circa un anno e mezzo saranno eliminati tutti i passaggi a livello, così che il viaggio Matera-Bari dovrebbe durare 50 minuti. Ma continuano ad esserci ritardi cronici. La Regione Puglia, come la Regione Basilicata, ha stanziato molte risorse finanziarie per ammodernare le FAL, ma i pendolari continuano a viaggiare stretti, quasi soffocati, per carenza di vagoni, arrivano tardi alle loro destinazioni a causa dei frequenti guasti tecnici alle motrici, imbattendosi in carrozze sprovviste di servizi igienici che tra l’altro mancano anche nei treni ristrutturati. Il trenino delle Fal, attualmente, impiega un’ora e 35 minuti per coprire 62 chilometri con le corse ordinarie. Il solito film visto e rivisto non so quante volte. Ecco perché, ad oggi, il potenziamento della linea Fal è di primaria importanza, con una metropolitana funzionante, che colleghi Matera ai centri della Murgia e a Bari in tempi ristretti. Altrimenti il rischio è paralizzare le arterie stradali (peraltro già piene) con conseguenze ambientali disastrose.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *