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Matera, problema Piano Casa

Nell’ultimo biennio il governo nazionale è intervenuto con alcune disposizioni che hanno inciso in modo notevole su materie che attengono il governo del territorio. Dopo l’intesa del 1°aprile 2009, tra Stato e Regioni, le Regioni sono intervenute con leggi regionali ovvero con il primo piano casa consentendo interventi in deroga degli strumenti comunali urbanistici e di edilizia. Il Decreto Sviluppo (D.L. 70/2011 convertito con la L. 106/2011) prevede che le regioni entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto legge approvino specifiche leggi per incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente e promuovere e agevolare la riqualificazione di aree urbane degradate. Decorso il termine di 120 giorni dall’entrata in vigore del D.L. quanto da esso previsto è applicabile alle regioni che non hanno provveduto ad approvare specifiche leggi regionali.

La Basilicata ed in particolare Matera si trova in un vuoto normativo che apre scenari di completa deregolamentazione urbanistica. Siamo nel pieno di un paradosso e di un possibile caos che rischia di togliere al Consiglio Comunale di Matera la competenza nel definire il disegno urbanistico della città lasciando all’arbitrio delle imprese il compito di poter definire interventi in edilizia che vanificherebbero di fatto gli stessi strumenti urbanistici in fase di discussione ed approvazione. Ci troviamo di fatto senza un regolamento urbanistico, senza il piano strutturale e con la sovrapposizione dei cosiddetti piano casa 1 e piano casa 2. A breve dovrebbero tornare in coniglio le proposte relative al primo piano casa ed allo stesso tempo stanno arrivando al Comune di Matera proposte sul nuovo piano casa.

Come può la città di Matera subire e sopportare tutto questo?

A quali esigenze, a quali prospettive ed a quale città si guarda se si lasci che lo sviluppo urbanistico della città sia definito esclusivamente con strumenti in deroga?

Si può affrontare l’attuale crisi guardando esclusivamente ad un effimero rilancio dell’edilizia che non risponde organicamente alla riqualificazione di aree urbane degradate, piuttosto al costante, continuo e doloso consumo di suolo?

Credo che la Regione Basilicata debba, come hanno già fatto tutte le altre regioni, approvare una sua legge regionale tenendo conto delle peculiarità e delle problematicità di alcuni territori, ponendo esclusiva attenzione al valore della riqualificazione e rigenerazione urbana e colmando il periodo di vuoto normativo con l’annullamento delle proposte fin qui pervenute. Allo stesso tempo il comune di Matera deve dare priorità all’approvazione, non più procrastinabile, degli strumenti urbanistici riportando in quell’alveo tutti gli interventi proposti ridando così anche al Consiglio l’esclusiva competenza in materia di governo del territorio. Anche le singole proposte di riqualificazione urbana, quelle relative alle due arre industriali dismesse: Mulino Alvino ed Ex Barilla; devono essere elaborate dentro un unico piano di recupero urbano che consenta la riqualificazione di un’area più vasta e che possa comprendere da un lato l’accesso alla città sul versante del Parco della Murgia e dall’altro il quartiere di Piccianello che risulta ancora essere tra i più degradati della città.

Ogni altra scorciatoia non porta ad alcun risultato e rischia di rallentare ulteriormente l’approvazione del regolamento Urbanistico e del Piano Strutturale oltre a penalizzare ulteriormente la debole economia materana che di tutto ha bisogno fuorché di nuove speculazioni edilizie.

Angelo Cotugno – Consigliere comunale del PD

 

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