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Il mercato dei pneumatici auto nel 2017

Il 2017 nel settore pneumatici auto è stato caratterizzato da un aumento dei prezzi che ha riguardato la quasi totalità dei costruttori, senza che ciò però abbia inciso sulle vendite. L’incremento dei prezzi è stato diffuso a livello globale, coinvolgendo sia l’Europa che gli Stati Uniti. Analizzando nel dettaglio i numeri, si nota come nel corso del primo quadrimestre all’interno dell’Eurozona si sia verificato un aumento dei prezzi dei pneumatici compreso fra il 5% e il 9%,mentre negli Stati Uniti l’incremento è stato in media dell’8%. Nonostante ciò, le quantità di gomme auto stoccate nei magazzini delle varie case costruttrici sono rimaste sostanzialmente simili, segnale che la richiesta non è mutata. Gli acquisti si sono mantenuti in linea sia presso i rivenditori tradizionali che sul web, tramite store online specializzati come quello di proprietà di Gomme Auto Srl (gomme-auto.it). L’unica flessione è stata registrata per i pneumatici cinesi, il cui cavallo di battaglia sono proprio i prezzi bassi: gli aumenti – che hanno interessato pure le aziende del “Paese del Dragone” – agli occhi di chi compera hanno fatto perdere un certo appeal ai prodotti. Da parte dei produttori c’era la convinzione che tali aumenti, nel complesso non esagerati, non avrebbero inciso negativamente sulle vendite e così è stato; e infatti, prendendo come riferimento gli Stati Uniti, nell’arco dei primi due quadrimestri del 2017 si è verificato un lieve incremento degli acquisti, compreso fra il 3% e il 6%. Differente è, al momento, la situazione della Gran Bretagna, che nel corso del 2017 ha iniziato a fare i conti con gli effetti della Brexit: qui si è registrata una diminuzione delle vendite, dovuta non esclusivamente al rialzo dei prezzi ma alla combinazione di questo fattore con la svalutazione della sterlina (conseguenza dello “sganciamento” della moneta britannica dall’euro) e con l’aumento dei costi relativi alle materie prime, che ha portato in media il rincaro sul prezzo dei pneumatici a superare il 20%, in alcuni casi avvicinandosi addirittura al 30%, scoraggiando oltremodo gli automobilisti della terra di Albione, decisamente più penalizzati in confronto a quelli europei e americani. L’incremento dei prezzi è stato uniforme fra i diversi produttori di pneumatici, che hanno seguito “l’esempio” di Goodyear, la prima azienda ad applicare le maggiorazioni sui suoi prodotti per l’anno 2017, rompendo una “consuetudine” che aveva visto negli scorsi anni Michelin arrivare per prima ad aumentare i prezzi di vendita delle proprie gomme.

 

Il “caso” Cina

I prezzi contenuti sono l’elemento distintivo dei prodotti che arrivano dalla Cina, tuttavia nel 2017 si è assistito ad un incrementoinsolito” del listino prezzi: secondo alcuni analisti buona parte dei pneumatici provenienti dal Paese asiatico ha subito rincari in media superiori al 20%, secondo altri addirittura del 50%. Come è stato possibile vista la politica sempre molto attenta al contenimento dei prezzi da parte dei produttori cinesi? La spiegazione del “caso” Cina non è così immediata: l’aumento è dovuto alle maggiorazioni imposte sui costi delle materie prime; fin qui sembrerebbe una logica conseguenza, ma le fonti delle materie prime dei produttori cinesi non sono diverse da quelle dei produttori europei e americani, dunque perché questa consistente differenza nell’incremento percentuale dei prezzi? In sostanza le aziende di punta possono godere di contratti lunghi che prevedono costi bloccati, fattore sul quale non possono fare affidamento le aziende cinesi. Mantenere contingentati i costi delle materie prime significa limitare gli aumenti dei prezzi, ma nel momento in cui i contratti attuali scadranno, pure i costruttori di gommepremium” saranno costretti ad applicare rincari più sostanziosi, riequilibrando la situazione con i produttori cinesi attualmente in condizione di svantaggio da questo punto di vista.

 

Come si sono comportati gli automobilisti

Osservando i dati relativi alla vendita di pneumatici nel 2017 per quanto concerne l’Eurozona, non si notano effetti particolari dovuto all’aumento dei prezzi, anzi, il comportamento degli automobilisti è stato tutto sommato “lineare” rispettando quelle che erano le previsioni formulate dai produttori ad inizio anno e ciò ha contribuito a garantire una certa stabilità. Nell’arco del primo quadrimestre si è assistito ad un lieve calo, che si potrebbe definire fisiologico, con una riduzione degli ordini limitata. Il calo più evidente ha riguardato i pneumatici di dimensione più piccola – quelli da 15 pollici – che hanno fatto segnare un -3%, mentre per quelli di dimensioni maggiori la contrazione in termini di vendite è stata inferiore. Già nel secondo quadrimestre, però, il mercato dei pneumatici è tornato a far segnare numeri positivi, con un incremento medio compreso fra il 2% e il 5% e con tutta probabilità la tendenza sarà confermata anche nel terzo quadrimestre che si concluderà a fine dicembre. Resta da vedere quanto sarà “consistente” il segno più in fatto di percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ad incidere sulla crescita degli ordini nonostante l’aumento dei prezzi sono stati in primis il miglioramento della situazione economica in Europa negli ultimi anni e in seconda battuta l’andamento del mercato delle automobili, anch’esso in ripresa da qualche anno a questa parte. Ciò significa che i tanti automobilisti che hanno avuto l’opportunità di acquistare un’auto nuova negli anni scorsi si sono ritrovati nel 2017 con la necessità di sostituire i propri pneumatici, andando ad “ingrossare” le fila di chi ha comprato nuove gomme per la propria vettura nel corso dei primi due quadrimestri di quest’anno. Nel complesso, dunque, il mercato dei pneumatici nel 2017 è stato all’insegna della stabilità e di ciò ne hanno potuto beneficiare in primo luogo i produttori, che dopo anni caratterizzati della diminuzione dei prezzi hanno potuto incrementare i margini di profitto grazie al rincaro, seppur limitato a pochi punti percentuali nella gran parte dei casi. Ad ogni modo, per un bilancio definitivo bisognerà attendere la conclusione dell’anno in corso, per conoscere con precisione e nel dettaglio i dati inerenti alle vendite e avere così una panoramica accurata della situazione, che permetterà fra le altre cose di cominciare a fare delle previsioni per il 2018 ormai quasi alle porte: le convergenze positive di quest’anno si estenderanno anche al prossimo, mantenendo in positivo i numeri, oppure ci si troverà a dover fare i conti con un trend negativo, con i produttori “costretti” a pagare nei prossimi mesi il prezzo dei rincari introdotti quest’anno?

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