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Monta la preoccupazione dei cittadini materani per l’attività di combustione di pet-coke all’Ila Valdadige

C’è tanta preoccupazione tra i cittadini materani per l’attività svolta all’interno dello stabilimento Valdadige, azienda situata lungo la SS 96 in direzione Altamura. A seguito di una petizione presentata presso il municipio cittadino di via Aldo Moro, il Comune aveva inviato al dirigente dell’ufficio comunale Urbanistica una nota per verificare innanzitutto la distanza fra lo stabilimento della Valdadige e l’abitato di Venusio, poi la presenza nella zona di eventuali infrastrutture civili (presenza di rete di acquedotto, canali fognari, etc.). Nella serata di ieri, la Commissione Ambiente del Comune ha incaricato il sindaco Adduce, essendo l’autorità preposta, di chiedere alla Regione Basilicata il riesame ai sensi dell’art. 5 comma 11 del D.L.vo 59 del 2005 della autorizzazione concessa previa naturalmente sospensione e revoca della autorizzazione alla combustione di pet-coke.
“Il Comune di Matera – aveva affermato nei giorni scorsi  – ha tutto l’interesse ad assicurare la tutela della salute dei suoi cittadini in ogni circostanza, e in relazione a qualunque impianto presente in città e nelle zone limitrofe. Nel momento in cui i dirigenti del Comune dovessero riscontrare particolari anomalie, rispetto alla delibera della Regione Basilicata che ha autorizzato nell’impianto l’utilizzo di combustibile petcoke, ci attiveremo immediatamente e chiederemo al Dipartimento Ambiente del massimo ente territoriale di procedere in autotutela al riesame delle certificazioni autorizzative, a partire dall’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, rilasciate alla Valdadige”.

Sul tema è intervenuto anche Adriano Pedicini, consigliere comunale. “Ritengo doveroso rispondere con esattezza alle dichiarazioni dell’assessore all’ambiente Rivelli, dimostrando che l’amministrazione comunale aveva concesso parere favorevole nel 2010 alla combustione di petcoke, quindi qualcuno  era stato informato. Alle puntuali dichiarazioni dell’assessore Rivelli, vi sono da aggiungere alcune attente valutazioni, che devono chiarire esattamente quanto accaduto, perchè la Regione Basilicata, così come dettano le norme in materia, anteriormente alla concessione di autorizzazione, ha opportunamente chiesto il parere del Comune di Matera. Quest’ultimo ente nel luglio del 2010 celermente invia la sua risposta, offrendo senza indugio parere totalmente positivo alla combustione di petcoke. Da tale documento ciò che maggiormente si rileva discordante è che la risposta viene elaborata dall’allora dirigente al settore Urbanistica e non dal dirigente del settore Ambiente; alcuno viene informato di tale pratica e, né informative a consiglieri, né convocazione di commissione vengono proposte. Oggi le questioni se non valutate dall’analisi da tale antefatto risulterebbero prive di senso, il Comune di Matera era ben consapevole che la Valdadige avrebbe bruciato Petcoke, aveva concorso a tale autorizzazione, ne era ufficialmente informato ed è inutile ricordare che nell’estate del 2010 sulla poltrona di via Aldo Moro sedeva il sindaco Adduce, lo stesso che oggi corre ai ripari interessando la sua maggioranza e chiedendo alla Regione di recedere da ciò che oltre 3 anni fa aveva liquidato in silenzio. Credo che oggi per spiegare tutto ciò il sindaco e la giunta, prima di ogni altra questione dovrebbero dar conto di tanta superficialità e illustrare alla città ed al consiglio, le motivazioni che hanno indotto ad una decisione così grossolana e frettolosa; per qual motivo, quando si doveva, alcuna comunicazione ai rappresentanti della città si è data?
Ciò che si è posto in campo oggi come al solito giunge tardivo, anche la stessa decisione dell’assessore al ramo di invitare il dirigente dell’ufficio comunale Urbanistica, ad effettuare una verifica sulla contestata distanza fra lo stabilimento e l’abitato di Venusio, è oltremodo tardiva e inconcludente soprattutto perché in virtù di una regolare autorizzazione concessa, con il benestare di chi oggi la rinnega, la Valdadige brucia Petcoke”.

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