BasilicataCultura

MUV Matera presenta Cristo la Gravinella

Il “Museo virtuale della Memoria collettiva di Matera” vuole portare a conoscenza della Città di Matera questo angolo nascosto della Murgia Materana, affascinante testimonianza del Culto rupestre e importante area ZPS/SIC, inserita nell’areale del Parco della Murgia, che sta per subire delle profonde modificazioni.

Il complesso rupestre di Cristo la Gravinella, datato 1722, ubicato all’interno dell’omonima lama, è facilmente raggiungibile da Via San Pardo e insiste nell’area Parco tra le cave di contrada La Vaglia e la statale SS.7, a Nord di Matera, sul versante opposto alla Chiesa è presente un ossario, successivamente utilizzato come piccionaia

La gravinella, come accennato, è inserita nella lista dei siti appartenenti alla Rete Natura 2000, che è una rete di siti e habitat naturali d’interesse comunitario in virtù di eccezionali esemplari di fauna e flora rinvenibili nell’areale come ad esempio una colonia importante di quercia spinosa, un balcanismo che testimonia una presunta saldatura della costa adriatica italiana con quella balcanica.

Un altro importante manufatto che caratterizza l’areale della gravinella sono le aie che testimoniano la tradizione e la cultura contadina materana; le aie erano il luogo in cui, nel periodo della trebbiatura, si assisteva alla commistione di riti e usanze, credenze e culti, fatiche sovraumane ma anche occasioni per i festeggiamenti.

Oggi molte di quelle aie non esistono più, alcune cancellate dal tempo, altre cancellate dall’uomo. Sull’area, infatti, grava una lottizzazione, (‘Quadrifoglio’), che interessa l’area sovrastante la Chiesa e, purtroppo, anche una porzione di area Parco a ridosso della cava del Sole.

I lavori di costruzione, già avviati, hanno, di fatto, cancellato due aie tra la lama e la cava; le uniche rimaste sono quelle in un terreno privato, a quanto pare però interessato dalla lottizzazione.

Non sembra conciliabile un progetto di urbanizzazione a ridosso di una gravinella inserita in un contesto rupestre con diversi manufatti e con una forte connotazione ecologica con la continuità dei percorsi di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, naturale e architettonico che ci vede protagonisti per la corsa come capitale della cultura, Matera 2019; non si capisce come sia conciliabile una presenza urbana importante in un luogo che dovrebbe poter essere reso fruibile nella sua integrità, invece che nascosto.

Il nostro auspicio è rappresentato da due ipotesi: l’accantonamento del progetto di lottizzazione, com’è già accaduto per altre aree, con l’inserimento di un vincolo diretto di tutela dell’area in accordo con la Soprintendenza; oppure, in un’azione consapevole di ridimensionamento e lungimiranza urbanistica, rinunciare a parte del costruito in favore di un parco didattico-scientifico che comprenda la Chiesa, ma anche le aie, magari con rievocazioni di un passato contadino, che poi così passato non è, in un contesto non più fatto di solo cemento.

Rocco Lista

Domenico Bennardi

 

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