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Nino Grasso su ‘Basilicata Coast to Coast’

La Regione Basilicata, si sa, ha contribuito, sia pure in parte, a finanziare il film “Basilicata Coast to Coast” di Rocco Papaleo. E, dal primo momento, senza attendere che fossero i David di Donatello a sancirne il successo di critica e di pubblico, il governo lucano ne ha fatto uno strumento di promozione dell’immagine della regione. Al punto che ancora oggi – in occasione delle visite ufficiali di ambasciatori, consoli e delegati stranieri – è il dvd di questo film di ad essere oggetto di dono da parte del presidente De Filippo ai propri ospiti. Come si fa quindi ad immaginare – mi chiedo – che chi governa questa Regione non abbia gioito – in veste di co-produttore – per il successo di un lavoro cinematografico che premia Rocco Papaleo e i tanti che, con lui, hanno reso possibile la realizzazione di “Basilicata Coast to Coast”?

Piuttosto, alla luce di alcune recenti polemiche giornalistiche e politiche, interroghiamoci su cosa sarebbe accaduto ove mai dal “Palazzo” fossero giunte dichiarazioni di compiacimento per la conquista del prestigioso riconoscimento ottenuto dal lavoro in questione. Nella migliore delle ipotesi, la Regione – e i suoi amministratori – sarebbero stati accusati di “autoreferenzialità”. Per cui invece di apprezzare la linea della sobrietà che, correttamente, si è ritenuto di adottare in questa circostanza, si è sparato a zero sul “silenzio dei potenti”, scambiando il rispetto per risentimento, a fronte di alcune dichiarazioni rese dal regista lucano qualche mese fa sulla presunta assenza di “meritocrazia” in Basilicata. Peraltro, anche in quella circostanza, la classe dirigente lucana avrebbe avuto gioco facile nell’individuare proprio in Rocco Papaleo il miglior testimonial della linea della “meritocrazia”. Naturalmente, non lo fece. Perché anche allora – come oggi – a pagare sono il silenzio, la sobrietà e soprattutto i fatti concreti.

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