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Nota di De Salvo (Confapi) su bonifica aree SIN

Sono diversi anni che la Valbasento non vede un nuovo insediamento imprenditoriale; tra le cause, oltre alla crisi economica e alla carenza di servizi, c’è soprattutto la necessità di bonificare un’area dichiarata SIN (sito d’interesse nazionale) per cui sono disponibili 23 milioni di euro; altrettanti ne sono previsti per la bonifica dell’area SIN di Tito Scalo. Ad oggi, nonostante l’impegno dell’assessore regionale Pietrantuono, di alcuni sindaci particolarmente sensibili alle tematiche ambientali come Viviana Verri di Pisticci e l’istituzione di un’apposita cabina di regia, non tutte le risorse stanziate sono state impegnate nelle cosiddette “obbligazioni giuridicamente vincolanti”, con il rischio concreto che le somme non utilizzate e attualmente sottratte alla disponibilità della Regione vadano irrimediabilmente perse.
Il presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo, nel richiamare all’unità e alla coesione tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella questione, evidenzia la necessità e l’urgenza di giungere rapidamente all’utilizzo di queste risorse per un triplice scopo: risanare l’ambiente; rendere l’agglomerato della Valbasento nuovamente appetibile per gli investimenti imprenditoriali; dare lavoro alle imprese e i lavoratori locali grazie agli interventi di bonifica. Il tutto, ovviamente, vale anche per l’area di Tito Scalo.
De Salvo ricorda che i 10 interventi di bonifica (6 per la Valbasento e 4 per Tito) furono definiti con l’Accordo di Programma Quadro sottoscritto il 19 giugno 2013 e che, nonostante le diverse proroghe ottenute dalla Regione della data entro cui assumere obbligazioni giuridicamente vincolanti, il ritardo accumulato rischia di portare al de-finanziamento.
Considerato che è dal 1997 che si parla di bonifica delle aree industriali di Tito e Valbasento, col risultato del blocco dello sviluppo imprenditoriale, che sono anni che le popolazioni e i lavoratori di quelle aree chiedono garanzie sulla salvaguardia del diritto alla salute, costituzionalmente garantito ma nei fatti ignorato, l’Accordo di programma quadro del 2013 costituisce un’enorme opportunità per lo sviluppo della nostra regione perché renderà possibili nuovi investimenti imprenditoriali oggi bloccati e consentirà al settore delle costruzioni di aprire nuovi cantieri.

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