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Nota dell’assessore Pisicchio sui fondi di edilizia residenziale pubblica

Ammonta a 61 milioni e 689mila euro il fondo destinato alla Regione Puglia nell’ambito del Programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà dei Comuni e degli Istituti autonomi per le case popolari. Lo ha stabilito nelle scorse ore il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti dopo l’accordo raggiunto a Roma in Conferenza Unificata con le Regioni.
“Dopo oltre un mese di tribolazioni e di accese polemiche – commenta l’assessore regionale alle Politiche Abitative, Alfonso Pisicchio – è stata finalmente raggiunta un’intesa che fissa un punto certo su un tema così delicato e sentito come l’edilizia residenziale pubblica e le sue inevitabili implicazioni sociali e urbanistiche. Certo, il confronto in queste settimane è stato a tratti duro; per la Puglia l’accordo poteva essere migliorativo alla luce del suo fabbisogno eccedente di 103 milioni e degli 86,3 milioni previsti nell’iniziale bozza di riparto. Ma in questa intesa tutte le Regioni, Puglia compresa, hanno deciso di mettere da parte ogni divisione in nome della solidarietà a favore dell’edilizia residenziale pubblica della Regione Liguria, gravemente colpita dalla tragedia delle vittime e degli
sfollati del crollo del Ponte Morandi. Le Regioni hanno deciso di creare un fondo di solidarietà in cui far confluire il 2% dei fondi spettanti, così da aumentare di 6,4 milioni di euro le risorse da erogare alla Liguria”Gli oltre 61 milioni spettanti alla Puglia saranno erogati attraverso degli appositi bandi e dei criteri certi.
“Avranno precedenza – spiega l’assessore – gli alloggi più vetusti, le aree più degradate e gli edifici sui quali la  manutenzione ordinaria e straordinaria è stata carente o assente. Gli stessi Comuni però dovranno rispettare la tempistica degli interventi così come chiede il Ministero”. Rispetto al passato, il decreto ministeriale fissa nuovi criteri per la ripartizione e tempi certi per la realizzazione degli interventi. Viene infatti previsto che i Comuni debbano avviare gli interventi finanziati entro un anno dalla concessione del contributo da parte della Regione e li debbano ultimare entro due anni.
Nel caso in cui queste tempistiche non vengano rispettate viene prevista la sospensione dei finanziamenti ed eventualmente, in tempi certi, la loro revoca. Le risorse revocate verranno poi riassegnate annualmente, secondo un criterio di proporzionalità, alle Regioni più virtuose che avranno uno stato di avanzamento lavori superiore alla media nazionale. Entro sei mesi il Ministero istituirà uno specifico Comitato tecnico di monitoraggio, con la partecipazione delle Regioni e dell’Anci, che dovrà proprio vigilare sul rispetto delle nuove norme e sull’effettivo avanzamento dei programmi.

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