BasilicataCultura

“Notte poco prima della foresta”, Claudio Santamaria in scena.

Rabbia, senso di impotenza, speranza nel futuro e una continua ricerca d’amore. Questi i temi protagonisti del “monologo senza respiro” de “ La notte poco prima della foresta”, testo tratto dall’omonima opera di Bernard-Marie Koltès messa in scena dal regista- coreografo Juan Diego Puerta Lopez e recitato da Claudio Santamaria.

La storia si svolge nella periferia arida di una città che “ha trentuno ponti, per non contare tutti gli altri  canali”, probabilmente è Parigi. Non è un dato importante sapere il nome della città, né del personaggio, il nucleo centrale è “l’essere straniero”, nel senso di estraneo, che diventa protagonista assoluto di tutta l’opera. Il personaggio è estraneo al Paese dove vive, alla lingua, alla cultura, al modo di vestirsi e di amare di tutti gli “stronzi” che lo circondano. Cerca di integrarsi, di reprimere la sua estraneità omologandosi agli altri: ne imita l’accento, il modo di lavarsi e trova un lavoro. Quando una notte viene derubato da “stronzi per bene”, trovandosi solo, senza neanche una camera dove dormire in una notte di pioggia, il suo “essere straniero” diventa una forza opprimente trasformata in flusso di coscienza a cui assiste lo spettatore. È uno straniero, estraneo del mondo, in cerca ancora della sua epifania. Sarà lo spettatore a trovarne la soluzione nella sua coscienza.

Il monologo si svolge all’interno di una meravigliosa scenografia mista di tradizione e futurismo, fatta di giochi di luci ed effetti audio felliniani. Ottimo l’accompagnamento musicale di un sorprendente Giuliano Sangiorgi, conosciuto al pubblico come cantante dei Negramaro, al quale io consiglierei di approfondire questo suo lato di autore teatrale. Anche le scene di Gaurino sono meticolosamente studiate e applicate divinamente da Claudio Santamaria che risulta eccellente nella mimica, meno nell’interpretazione la quale, nei tempi, è ancora troppo influenzata dal media che ha reso famoso l’attore: la televisione monotonica.

(Tiziana Casertano)

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