BasilicataCronaca

Ospedale di Policoro: quale destino?

POLICORO – “ Quel maledetto accorpamento ha rovinato il metapontino”. Dopo l’Ospedale di Tinchi, forti sono le preoccupazioni circa il destino dell’Ospedale Civile di Policoro intitolato a Giovanni Paolo II che, dopo la recente unificazione (Asl5+Asl4) in ASM (Azienda Sanitaria Locale di Matera), stando alle prime avvisaglie “ma vogliamo sbagliarci” dicono alcuni addetti ai lavori e numerosi utenti che ogni giorni affollano il presidio ospedaliero del metapontino e l’Associazione “Il Cantiere di Policoro” che venerdì 15 ottobre ha organizzato un’assemblea pubblica in Piazza Heraclea alla presenza di esponenti politici regionali tra cui Rocco Vita, Nicola Benedetto, sembrerebbe destinato ad un drastico e pernicioso “ridimensionamento”. Le ipotesi in tal senso di alcuni servizi del nosocomio policorese, non terrebbero nel debito conto la realtà territoriale in cui lo stesso opera e che si estende da Metaponto a Nova Siri, da Senise a Terranova del Pollino toccando persino la vicina Calabria fino ad arrivare a Trebisacce  e  oltre. In quest’area territoriale, si fa notare, insistono grossi agglomerati industriali, il Centro Ricerca Enea, realtà commerciali, artigianali e turistiche di respiro regionale, che aumentano di molto soprattutto nel periodo estivo, la popolazione residente già di per sè molto densa, e comportano rischi di disastro ambientale correlati alle lavorazioni industriali presenti sul territorio. Già oggi il Pronto Soccorso Attivo effettua circa 23.000 interventi l’anno. Gli interventi che si sono succeduti hanno messo in evidenza la particolare posizione strategica di questo presidio ospedaliero che ne suggerisce naturalmente la classificazione a presidio di Emergenza, mentre ogni ipotesi di ridimensionamento comporterebbe l’impossibilità di filtrare la domanda di assistenza che sarebbe costretta a riversarsi naturalmente sul presidio ospedaliero di Matera o sulle altre strutture sanitarie lucane e della vicina Puglia. “E’ a questo che si mira?” Crediamo che gli sforzi fatti fino ad oggi, non vadano dispersi. Per scongiurare che ciò avvenga, da più parti viene sottolineata la necessità di completare in tempi brevi la struttura ospedaliera di Policoro dotandola di una struttura più adeguata del Pronto Soccorso e dei servizi essenziali e di ripristinare tutti gli altri servizi al momento sospesi “non si sa per quali motivi”. L’acquisizione di ulteriori figure professionali deputate all’assistenza diretta, una risorsa strategica per il territorio, concorrendo in maniera forte all’innalzamento della qualità dell’assistenza. Tanti sono i campanelli d’allarme secondo gli utenti e degli stessi addetti ai lavori. In attesa del nuovo piano aziendale, nasce il bisogno di chiedere alla nuova dirigenza aziendale dell’ASM, quali sono le linee di azione che s’intendono perseguire a difesa del presidio ospedaliero di Policoro. “Un’eventuale rimodulazione del nostro ospedale – dicono gli utenti – rappresenterebbe la perdita della dignità di un intero territorio. Non possiamo pagare un prezzo così alto per scelte scellerate che (stando alle prime avvisaglie), stanno progressivamente debilitando il nostro ospedale. Ogni eventuale decisione negativa – avvertono – sarà fortemente contrastata”. La sensazione è che questa comunità (purtroppo) rimane ancora priva di coperture politiche. La sorte di questo ospedale purtroppo (e vogliamo sperare di no), così come quella di Tinchi e Stigliano, sarebbe già stata decisa e a pagare, come sempre, sono i cittadini. E sono proprio i cittadini che intendono far sentire con forza la propria voce. La battaglia è territoriale e segnatamente dell’area Jonica. “Quanto sta accadendo all’ospedale Giovanni Paolo II di Policoro, è la sintesi di un progressivo abbandono di questo territorio”.

  (Giuseppe Cariglia)

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