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Potenza, tentativo di aggressione da parte di una detenuta nei confronti di un Assistente capo di Polizia Penitenziaria

Ormai le condizioni lavorative dei poliziotti penitenziari di Potenza sono ogni giorno sempre più difficili, tali da incidere inesorabilmente sulla sicurezza del penitenziario, sempre più esposto alla grave carenza di organico dei “BASCHI AZZURRI” e con sempre maggiore presenza di detenuti aventi svariate problematicità , spesso anche di natura psichiatrica.
A distanza di un solo mese dall’ultima aggressione, nel carcere potentino è accaduto nuovamente che nella serata di ieri 20 settembre , una detenuta napoletana di anni 32, andando in escandescenza, tentava di avventarsi contro un Assistente Capo di Polizia Penitenziaria femminile per futili motivi e nel tentativo di bloccare la detenuta da parte di un’altra poliziotta in servizio presso la sezione detentiva riservata alle donne, che prontamente interveniva ed evitava l’aggressione, quest’ultima riportava svariate contusioni tanto che veniva accompagnata presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale San Carlo di Potenza, dove venivano praticati gli accertamenti e le necessarie medicazioni, tanto che i sanitari refertavano che l’Assistente capo venisse dimessa con ben 15 giorni di prognosi.
A riferirlo è Saverio Brienza, Segretario Regionale del S.A.P.Pe. – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – della Basilicata , il più rappresentativo organismo sindacale dei ‘”BASCHI AZZURRI ” . L’episodio verificatosi ieri conferma ancora una volta che il sistema penitenziario e’ fallimentare e necessita di riforme serie soprattutto per quanto concerne l’esecuzione penale. Ogni giorno, insomma, continua Brienza, le turbolenti carceri lucane vedono le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria fronteggiare pericoli e tensioni messe in opera da molti detenuti, che si “armano” di olio bollente , di lamette , di bombolette di gas , bastoni, o di ogni altro oggetto appositamente costruito per aggredire o per sfregiare soprattutto i poliziotti che svolgono il servizio nelle sezioni detentive, luoghi questi di estrema pericolosità .
Nonostante l’opera che viene svolta dai poliziotti penitenziari, conclude Brienza, è dedita a garantire i principi costituzionali a tutti i reclusi nel rispetto della dignità umana, nonostante vengono sovente salvate le vite di molti detenuti che presi dallo sconforto tentato il suicidio con le più svariate tecniche, gli stessi poliziotti vengono poi costretti a subire le peggiori
mortificazioni, le peggiori angherie, nel totale silenzio delle istituzioni e di una politica che nulla fanno per risolvere i problemi di un mondo così estremo e pericoloso e nulla fanno per incrementare l’organico di polizia penitenziaria non solo di Potenza, ma anche di Matera e Melfi, che soffrono altrettanto delle medesime criticità, anzi, solitamente minimizzano gli episodi pur di non prendere provvedimenti, questo è molto preoccupante.

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