BasilicataCronaca

Preoccupazione per il futuro della discarica di Colobraro

La Ugl Igiene Ambientale di Matera è fortemente preoccupata del grave ritardo che si sta accumulando nella presa in gestione dell’Impianto di stabilizzazione con annessa discarica da parte dell’Amministrazione Comunale di Colobraro che dovrebbe rilevarlo dalla ex Comunità Montana Basso Sinni. E’ quanto si apprende in una nota in cui i Segretari della Ugl Igiene Ambientale di Matera Casimiro Santarcangelo e Giuseppe Labriola denunciano una situazione che mette a rischio non solo il futuro occupazionale di tredici lavoratori oramai in Cassa Integrazione Guadagni in deroga dal 1° gennaio 2013, ma implementa a dismisura i costi ed i disagi delle Amministrazioni Comunali interessate che non potendo più smaltire i propri rifiuti presso la discarica di Colobraro sono costretti, loro malgrado, a smaltirli presso altri siti con aggravanti costi sulle casse comunali e sulle stesse famiglie. I due sindacalisti chiamano in causa la Provincia di Matera e l’Assessore Regionale all’Ambiente Vilma Mazzocco, affinché costringano ad una maggiore assunzione di responsabilità il Sindaco di Colobraro che con la sua ostinata indecisione ritarda colpevolmente l’inizio dei lavori presso la discarica di Colobraro, propedeutici al ripristino della attività sospesa oramai da due mesi, stante la inderogabile ed indifferibile necessità di implementare la capienza del sito di ulteriori 25 mila m3, con un progetto già approvato dall’A.I.A. sin da aprile 2012. Al fine di non perdere ulteriore tempo, Santarcangelo e Labriola suggeriscono alla Regione Basilicata di poter pensare ad una soluzione alternativa che potrebbe essere quella di affidare ad altra Amministrazione la presa in gestione dell’Impianto di Stabilizzazione con annessa discarica di Colobraro, in quanto ulteriori ritardi aggraverebbero la già disastrata situazione dello smaltimento dei rifiuti in Provincia di Matera, vanificherebbero gli sforzi per la realizzazione dell’impianto di Compostaggio e farebbe perdere colpevolmente ulteriori posti di lavoro.

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