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Presentato a Marconia il nuovo libro di Giovanni Di Lena

E’ stato presentato, nella sala consiliare di Marconia (MT), con l’intervento di un folto pubblico, il settimo testo poetico del poeta Giovanni Di Lena, dal titolo: La piega storta delle idee, editore Archivia di Rotondella. In precedenza l’autore aveva pubblicato altre sei sillogi poetiche:
• Un giorno di libertà (1989)- Edizione La Vallisa
• Non si schiara il cielo (1994) Edizione Lacaita
• Il morso della ragione (1996) Edizione Ermes
• Coraggio e debolezza (2003) Edizione Ermes
• Non solo un grido (2007) Edizione La Vallisa
• Il reale e il possibile (2011) Edizione Archivia.
Moderatore dell’incontro Grazia Giannace, Relazioni di Antonio Rondinelli, che ha curato la postazione, e Raffaele Pinto, autore della prefazione. Presente l’autore.
Difficilmente, negli ultimi tempi, capita di trovarsi in una sala così piena alla presentazione di un libro di poesie. L’attrazione è stata dettata dall’atteso testo poetico di Giovanni Di Lena che, dagli anni novanta, poco per volta, si è imposto sul territorio con le sue liriche di natura sociale, che denunciano “il malcostume imperante della corruzione, i soprusi perpetrati a danno del popolo, le neoplasie ambientali che seminano morte e offendono la bellezza della terra lucana e italiana tutta” (Di Lena).
La poesia di quest’ultimo libro ha il potere dell’immediatezza; poche rime incisive che giungono sino al cuore del lettore creando profonde emozioni e un senso di rabbia. I versi sono tante stilettate amare, di diversa natura, che aiutano a riflettere.
Le rime di Giovanni non si nutrono di un passato lontano, fatto di ricordi, ma vivono soprattutto nel presente.
Le scene che si presentano, pagina dopo pagina, somigliano a tante fotografie, in bianco e nero, che lasciano un segno profondo nell’animo del lettore sia nella prima parte chiamata “Lacerazioni” e sia nella seconda “Vicinanze”.
Il libro è composto di cinquantasei liriche, tante come l’età del poeta.
In esse si trovano molti pensieri velati di malinconia e d’impotenza, a volte, ma anche piene di quella forza necessaria per scoprire che il mondo non è stato e non è, solo e sempre, così arido. L’autore è un lucano, che ama la sua terra contadina e operaia, pur vivendo in un mondo fatto di continue “lacerazioni” che lo intristiscono sino a gridare a squarciagola contro un mondo “imbrattato”, come si legge in Tempa Rossa.
Ma il futuro è fatto anche di speranza quella che la bonifica del siderurgico di Taranto, può portare.
Grazia Giannace è autrice di due testi poetici di buon livello:
• Le mie parole…semplici (2010)
• Note a margine (2014)

Antonio Rondinelli ha studiato il personaggio Di Lena con un ottimo intervento soffermandosi sul linguaggio del poeta che esprime un profondo concetto anche quando le sue liriche sono formate da poche parole. La lettura intervallata di poesie ha reso più intimo il pensiero poetico espresso. Triste la poesia “Brennero” dedicata a suo padre.
Raffaele Pinto si è soffermato sul valore dell’amicizia che lo lega all’autore e poi è andato oltre leggendo brani del testo trovando, a volte, delle assonanze con altri autori. Così il verso “Da noi/la lotta/è un sogno pomeridiano.”è accostato a Lucania di Mario Trufelli che ripete più volte Da noi la malvarosa è un fiore…/ Da noi si riposa il falco e la civetta…./ Da noi il mondo è lontano, Piena di amore la lirica dedicata “A mia madre”.
L’autore in chiusura ha ringraziato Grazia, Antonio e Raffaele e si è soffermato sul pensiero legato alla madre, non più autonoma, che egli ha accudito sin nell’intimità.
Amore di figlio!
Il testo va letto tutto di un fiato e conservato, a portata di mano, per i chiari messaggi che può dare, anche nel tempo..
Michele Santoro

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