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Presentato il libro “Poeti di mandorla amara” alla Galleria 25 di Venosa

Si è svolto domenica 18 maggio a Venosa il primo incontro letterario organizzato dall’associazione culturale Galleria 25 nell’ambito della seconda edizione di “Aperitivo con l’autore”. L’iniziativa è stata inserita all’interno del Maggio dei libri 2014, la campagna nazionale per la diffusione della lettura. A presentare il libro “Poeti di mandorla amara” è intervenuta l’autrice Maria Antonietta D’Onofrio, lucana di Pisticci (MT), medico di famiglia di professione. A condurre la serata Pinuccia Sassone, che ha fornito una lettura critica del romanzo.
“Poeti di mandorla amara” (Editore Mannarino, 2012) è la terza opera pubblicata da Maria Antonietta D’Onofrio, dopo “Ora aspetto la vita che mi cerchi” (2008) e “Il silenzio che racconta la vita e il rosmarino” (2010). Il libro vede come protagonisti due ragazzi, Filomena e Angelo, liceali negli anni ‘70, che vivono il disagio di sentirsi diversi. Filomena è da sempre sdoppiata in due personalità, Angelo è prigioniero nel suo vissuto di dolore e solitudine. I due si incontrano tra i banchi di scuola e insieme diventano una sola anima. Parlano di sogni e immaginano un futuro possibile di scrittore per lui e di medico per lei.
Pinuccia Sassone ha voluto sottolineare la delicatezza con la quale all’interno del romanzo sono raccontate e affrontate tematiche forti e dolorose quali le difficoltà tipiche dell’adolescenza, il malessere di non sentirsi accettati, la malattia. Tutto ciò fa scaturire nell’autrice un profondo senso di “compassione”, intesa nel senso etimologico del termine di partecipazione alle sofferenze altrui, verso i personaggi, che riesce a coinvolgere anche il lettore in un’unica comunione di sentimenti. Sentimenti che sono stati descritti con colori e forme dal pittore lucano Vincenzo D’Acunzo, il quale ha realizzato alcune opere ispirate a episodi fondamentali del romanzo, che per l’occasione sono state mostrate durante la lettura di alcuni passi del libro.
Maria Antonietta D’Onofrio ha spiegato al pubblico intervenuto il fine principale della sua vocazione letteraria, quello di dare voce a esseri umani non ascoltati dal mondo, di assumere il ruolo di “scrittrice delle piccole voci”, come qualcuno l’ha definita. “Poeti di mandorla amara” è il verso di una poesia del grande Federico Garcia Lorca, uno dei poeti preferiti dell’autrice. I poeti di mandorla amara rappresentano gli esseri umani lasciati al margine o messi a tacere perché considerati “sbagliati” o “diversi”. Il mandorlo è il primo albero a fiorire dopo l’inverno ed è quindi il simbolo della vita che rinasce e che afferma la sua forza. Una forza che passa spesso attraverso il dolore e il pianto, il buio e l’isolamento, ma che proprio da tutto questo trae il suo vigore per creare ancora una volta scenari di luce e di vita.

 

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