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Presentazione del libro, “L’antagonismo Pisticci-Marconia” di Antonio Lapadula

La genesi di questa ricerca è in relazione alla presa di coscienza di una situazione che ormai si trascina da molto tempo: la crisi del nostro territorio, il suo essere fermo e quasi sospeso. E allora mi sono chiesto che ci doveva essere una causa, un qualcosa che era necessario far emergere ed esternare: perché altre realtà progredivano e noi eravamo fermi e anzi andavamo a ritroso?

Ebbene, alla fine di questa riflessione ho concluso che gran parte della crisi che il nostro territorio conosce è da attribuire all’antagonismo Pisticci/Marconia. Al fatto che solo lentamente e solo negli ultimi tempi si è incominciato a parlare di territorio, mentre fino a poco tempo fa il concetto di territorio era sconosciuto e ignorato e al limite visto in termini segmentati di un centro-Pisticci- con una costellazione di altri piccoli centri slegati senza una trama che li unisse in un disegno unitario di vero sviluppo.

Anzi, spesso volutamente si è ignorato il problema, non lo si è voluto vedere e si è ricorso per lungo tempo ad un concetto inadeguato di Pisticci come città-diffusa e città-territorio non volendo mai prendere atto che servizi e strutture che non potevano trovare spazio e allocazione nel centro storico dovevano per forza di cose, se non volevamo correre il rischio di perderli, trovare destinazione altrove ma sempre e comunque nel nostro territorio. Non ci si è resi conto che una impostazione di questo genere disegnata sul passato e sullo status quo non poteva essere proiettata sul futuro, vittima di un’illusione che il tempo fosse fermo.

Nella disamina dei programmi elettorali che le varie forze politiche hanno prodotto dal ’95 ad oggi nel mentre si puo’ affermare che gli stessi sono ancora attualissimi poiché nulla o quasi di quanto programmato è stato realizzato, a volte con misure di corto respiro e con modesti aggiornamenti, la problematica dell’antagonismo è sempre sfiorata, sfumata, glissata.

La storia, di conseguenza,è quella di un’ordinaria incapacità di raggiungere gli obiettivi programmati, quasi sempre gli stessi che subiscono nel tempo marginali ritocchi.

Eppure, quanto viene promesso ai cittadini, è veicolato sempre con grande enfasi,quasi una piattaforma elettorale continua.

La ricerca si sviluppa prendendo in esame le varie relazioni geologiche che hanno studiato a fondo la struttura dell’abitato e della collina di Pisticci a ridosso delle disastrose frane degli anni 60 e 70 e le conseguenti decisioni istituzionali di trasferimento prima totale e poi parziale dell’abitato.

Ampio spazio viene dato ad uno spaccato sulla mentalità come emerge dalla disamina di molti articoli presenti sulla pubblicistica locale.

Uno spazio consistente è dedicato alla posizione del PSI pisticcese che più di altri e con grande veemenza fu il partito più arroccato e chiuso alle possibilità di sviluppo del territorio.

Né manca un approccio agli strumenti urbanistici per comprendere i disegni delle possibili direttrici di sviluppo e una riflessione sulle prospettive.

Alcune personalità rappresentative della problematica opportunamente sollecitate non hanno mancato di far tenere le loro considerazioni a riguardo.

Ho ritenuto, infine,di dotare il libro di una consistente appendice che certamente aiuta il lettore più esigente a cogliere al meglio i riferimenti presenti nel testo.

Mi auguro che la ricerca accenda una forte discussione in termini positivi per il superamento definitivo del’antagonismo tra Pisticci e Marconia per il rilancio serio e concreto del nostro territorio.

Vorrei anche precisare che ho preferito il temine antagonismo a quello di dualismo perché certamente non c’è dualismo ma uno stato di persistente incapacità di individuare obiettivi comuni per due comunità che hanno stesse radici.

Non sono pochi quelli che hanno manifestato un senso di meraviglia per il tema affrontato nella mia ricerca, perché in tanti ritengono che ancora sia un tema tabù e pericoloso o più superficialmente che questo problema non esiste e secondo alcuni, palesemente ignorando la realtà, non è mai esistito.

Un vivo ringraziamento devo esprimere pubblicamente allo sponsor di questa pubblicazione, il sig. Michele Forte, il cui interessamento al superamento di questa dannosa questione lo vede particolarmente impegnato.

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