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Presentazione e avvio del progetto di ‘Biomonitoraggio ambientale mediante l’utilizzo delle api per il controllo della radioattività’

E’ in programma per venerdì 23 marzo a Rotondella la presentazione e l’avvio del progetto di “Biomonitoraggio ambientale mediante l’utilizzo delle api per il controllo della radioattività nel territorio” comunale dove è ubicato, dagli anni ’60 il Centro Enea-Trisaia (all’epoca CNEN) e dove per la dismissione e messa in sicurezza dell’impianto ITREC stà operando da tempo la Sogin. L’incontro sarà ospitato nella Palestra dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” con inizio dei lavori previsto per le ore 17,00. L’iniziativa è dell’Assessorato all’Ambiente del centro jonico in collaborazione con l’Università di Bologna.

Il programma prevede l’intervento iniziale del sindaco Vincenzo Francomano e quelli introduttivi di Walter Lobreglio (Assessore all’ambiente) e di Nicola Castronuovo (Dirigente Area tecnica del Comune di Rotondella). Seguiranno le relazioni di Claudio Porrini (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali-Università di Bologna) e di Severino Ghini (Dipartimento di Scienze dei Metalli-Elettrochimica e Tecniche chimiche dell’Università di Bologna) e, quindi, l’intervento di Donato Viggiano, già direttore del Centro Enea della Trisaia, attualmente Direttore generale del Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Basilicata.

Di questo progetto si era già parlato negli anni precedenti proprio in considerazione delle funzione delle api come autentiche sentinelle sul territorio nonché delle numerosissime esperienze avviate in diversi Paesi europei dopo il drammatico evento di Chernobyl. Già nel 1994, l’etologo Giorgio Celli aveva scritto: “Le api sono degli ottimi indicatori biologici perché segnalano il danno chimico dell’ambiente in cui vivono, attraverso due segnali: l’alta mortalità nel caso dei pesticidi e attraverso i residui che si possono riscontrare nei loro corpi, o nei prodotti dell’alveare, nel caso degli antiparassitari e di altri agenti inquinanti come i metalli pesanti e i radionuclidi, rilevati tramite analisi di laboratorio”.

“Da circa venti anni -sottolinea Claudio Porrini- il nostro gruppo di ricerca presso l’Università di Bologna, studia l’uso delle api come bioindicatori degli antiparassitari, dei metalli pesanti e dei radionuclidi in molte Regioni d’Italia. Recentemente abbiamo esteso la nostra ricerca anche agli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) ed ai microrganismi fitopatogeni (batteri)”.

 

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