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Rapporto Ceis 2010-2011, sanità lucana virtuosa; servizi buoni e costi bassi

Sanità lucana in buono “stato di salute”: le strutture pubbliche riescono generalmente a soddisfare le attese dei cittadini e la spesa si attesta sui livelli minimi in Italia. E’ un quadro di efficienza per la Basilicata quello che emerge dal Terzo Rapporto Ceis (Centro Interdipartimentale di Studi Internazionali sull’Economia e lo Sviluppo dell’Università Tor Vergata di Roma) dal titolo “Il sistema sanitario della Basilicata nel 2010 – 2011. Ammalarsi meno, curarsi meglio” che analizza i risultati raggiunti dal sistema sanitario lucano, il cui ridisegno nel nuovo impianto organizzativo a rete è giunto in fase avanzata

Il Rapporto Basilicata mette in luce, dunque, i cambiamenti avvenuti nel Servizio sanitario regionale (Ssr) in una logica armoniosa che integra strutture ospedaliere, presidi territoriali, attività ambulatoriali e il tessuto connettivo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta in un sistema di reti diffuse (dal cuore all’ictus, dalla pediatria ai punti nascita) Il processo di riorganizzazione della rete dei servizi è stato accompagnato da alcuni “macro elementi di performance”, che, come evidenzia il Rapporto, fanno della Basilicata un caso sostanzialmente peculiare nel panorama nazionale. Infatti, il dato pro-capite per spesa sanitaria per popolazione pesata (alla luce dei differenti fabbisogni di cura dovuti alle differenze anagrafiche: la Basilicata è l’unica regione del Sud che ha una struttura demografica simile a quella del Centro-Nord con una crescente prevalenza di anziani) è il più basso in Italia. Nonostante la stagnazione dell’economia anche nel rapporto spesa sanitaria/Pil si è registrato un miglioramento, avvicinandosi alla media italiana.

La Basilicata, in particolare, rappresenta un’eccezione positiva tra le Regioni meridionali: il percorso di risanamento finanziario avviato negli ultimi anni ha prodotto importanti risultati, grazie anche alla decisa riduzione del saldo della mobilità, passato da meno 57,94 milioni del 2001 a meno 39,67 milioni nel 2009 (ultimo dato “consolidato”).

La sfida per la sanità lucana diventa allora quella di coniugare la “virtuosità” finanziaria con un incremento qualitativo dell’offerta che faccia proseguire il processo positivo innescato dando risposte sempre più efficaci ai peculiari problemi della regione..

La Basilicata, infatti, deve confrontarsi con due ordini di problemi. Quelli socio-economici, aggravati dalla crisi, che hanno riflessi negativi sulla cura della persona, e quelli demografici caratterizzati, in particolar modo, dalla denatalità e dall’ invecchiamento della popolazione. Problematiche, queste, che si riflettono sui livelli di salute e di domanda di assistenza sanitaria, imponendo lo sviluppo di una adeguata rete di assistenza primaria, capace di far fronte ai crescenti bisogni, con costi sostenibili.

Proprio per raggiungere questo obiettivo è stato avviato un processo di razionalizzazione del sistema di offerta sanitaria, che ha interessato, in primo luogo, la rete ospedaliera, con un conseguente incremento dei bacini medi di utenza per struttura. Fenomeno generalizzato a livello nazionale, ma particolarmente evidente in Basilicata, regione che ha portato la propria dotazione di posti letto sino al valore di 3,6 ogni 1000 abitanti, con una riduzione rispetto al 2005 del 15,4 per cento (media annua 3,3 per cento) mentre tutte le altre ripartizioni superano quota 4. Un altro dato positivo è la riduzione del numero complessivo di ricoveri sotto la soglia di 180 per mille, fissato dalla Conferenza Stato-Regioni.

Il valore della produzione considerata potenzialmente inappropriata, che è uno dei più significativi indici di inefficienza del sistema, è pari all’11.9% delle acuzie, in linea con le regioni centro-settentrionali e inferiore alla media nazionale. Complessivamente l’offerta di prestazioni specialistiche in Basilicata è razionale e di natura prevalentemente pubblica. Così come la spesa sanitaria totale ponderata della Basilicata è inferiore a quella di tutte le altre ripartizioni, un evidente segnale dell’efficienza tecnica della regione nel fornire la tutela sanitaria dei cittadini.

Allo sforzo di aumentare efficienza e qualità dell’offerta ospedaliera si accompagna un significativo incremento dell’assistenza domiciliare, che, con una significativa inversione di tendenza vede la Basilicata superare la media nazionale e incrementare il numero di anziani assistiti e di ore erogate. La logica è la stessa posta alla base degli Stati generali della Salute (la serie di confronti sul nuovo modello di sanità realizzati in vista del nuovo Piano Sanitario Regionale) ossia “Ammalarsi meno, curarsi meglio”. Il principio ispiratore dell’iniziativa è stato la consapevolezza che un sistema socio sanitario efficiente ed efficace diventa tale se si fa “rete” nel territorio e nella società.

Tra le strategie sanitarie, si punta molto al modello “servizio-risultato-miglioramento”. In quest’ottica, dunque, un ruolo fondamentale è riservato alla gestione e allo sviluppo delle risorse umane e, anche per questo, importanza viene data alla rendicontazione sociale, lo strumento con cui l’azienda comunica all’esterno le informazioni necessarie per il rafforzamento di un rapporto fiduciario e di un dialogo aperto con i propri stakeholder, in questo caso tutti i cittadini.

“Lo studio del Ceis ci consente di analizzare l’intero sistema sanitario, fornendoci elementi di valutazione per definire le scelte strategiche nel settore e consentendoci di programmare l’uso delle risorse nell’ottica di coniugare la centralità della persona con la sostenibilità del sistema”. Lo ha dichiarato l’assessore alla salute, Attilio Martorano, commentando i dati emersi dal Rapporto Ceis 2010-2011.

“La nostra scelta – ha affermato – è stata quella di contenere la spesa migliorando la qualità dei servizi. Come si evince dal rapporto Ceis, la Regione Basilicata si distingue per le buone performance della spesa sanitaria. L’impegno è quello di tendere a una crescente efficienza. Così la riforma della rete ospedaliera, concentrando i ricoveri per acuti nei maggiori ospedali e i servizi essenziali ambulatoriali in quelli distrettuali, ha favorito l’appropriatezza delle cure e migliorato la sicurezza del paziente. Il progressivo invecchiamento della popolazione ci obbliga a puntare sulla prevenzione e ad affrontare il problema di offrire le cure più appropriate per le malattie croniche e degenerative tipiche dell’età avanzata”.

“Per le politiche sanitarie l’unico obiettivo è offrire i migliori servizi possibili con le risorse disponibili. Tutto il resto è retorica se non speculazione e il rapporto Ceis dice che in questo campo la Basilicata sta lavorando nel verso giusto”. Così il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo a commento del rapporto Ceis 2010//2011

“In verità – ha proseguito De Filippo – dal rapporto è possibile desumere anche giudizi più lusinghieri per la strada intrapresa dal 2008 dalla Regione, ma la cosa interessante è sapere, appunto, che si va nella direzione giusta, perché un lavoro di questo tipo si porta avanti giorno dopo giorno e non può dirsi mai concluso. Per questo – ha spiegato il presidente – offro il rapporto come spunto di riflessione a quanti si esercitano quotidianamente a sparare sulla sanità lucana. Il giudizio è lapidario: la Basilicata sostiene un sanità di buon livello con una spesa sostenibile. Dire che in giro per l’Italia e per il mondo ci sono singole eccellenze nei vari campi medici migliori di quelle che ci sono in Basilicata vuol dire un’ovvietà e l’ipotetico paragone è strumentale. Nessun posto al mondo può pensare di essere al top in tutti i campi, men che meno una regione che serve meno dell’un per cento dei pazienti italiani. Ma in Basilicata ci si cura bene, ci sono eccellenze che attirano pazienti da fuori regione e ci sono pazienti lucani che per prestazioni iperspecialistiche vanno fuori. Ed è chiaro che, come detto in premessa, quest’ultimo campo è la traccia di lavoro per il futuro”.

 

 

 

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