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Reintroduzione della lepre italica nel Parco dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese

L’Ente Parco Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, nell’ambito delle attività previste dalla Convenzione per la conservazione della Lepre italica (Lepus corsicanus) nei parchi della Regione Basilicata, siglata con la Regione Basilicata, – Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità (Ufficio Tutela della Natura), l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, il Parco Nazionale del Pollino ed i Parchi Regionali di Gallipoli Cognato, Piccole Dolomiti Lucane e della Murgia Materana, inizierà, nei prossimi giorni l’attività di immissione di un gruppo di individui di lepre italica lepus corsicanus, a partire dalla località Monte Tre Confini di Laurenzana (PZ).
Sotto la supervisione del dottor Riga dell’ISPRA, i tecnici dell’Ente Parco, durante il periodo invernale, hanno effettuato i censimenti notturni accertando la quasi totale scomparsa della specie; in primavera sono stati effettuati dei sopralluoghi grazie ai quali è stato possibile identificare i seguenti siti maggiormente idonei, dal punto di vista ambientale, ad ospitare la specie: monte Tre Confini in agro di Laurenzana, Madonna del Sasso in agro di Sasso di Castalda e Sarra la Mandra in agro di Marsicovetere.
Il 7 agosto, si giungerà alla fase di reintroduzione nell’area del Parco dell’Appennino Lucano attraverso un gruppo di individui della specie provenienti dall’area faunistica del Parco di Gallipoli Cognato, operazione di fondamentale importanza, sia a livello di conservazione degli ecosistemi sia a livello di conservazione delle singole specie.
Infine, nei prossimi mesi si proseguirà con le attività monitoraggio radiotelemetrico, grazie ai radiocollari applicati agli animali, al fine di effettuare ricerche sull’uso dell’habitat della specie e per accertare la riproduzione degli individui rilasciati.
Il Presidente del Parco Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, Domenico Totaro, esprime soddisfazione per questa prima azione volta a preservare la biodiversità del territorio, anche perché consentirà all’Ente di realizzare uno dei principali obiettivi previsti nel Piano d’Azione Nazionale per la lepre italica, edito dal Ministero dell’Ambiente, che prevede che tali soggetti vengano reintrodotti in areali in cui la specie è ormai estinta, auspicandone un successivo ritorno.

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