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Rete Auto Sud Italia, un progetto ambizioso

“Politica, istituzioni, parti sociali e imprese della Basilicata devono accompagnare la realizzazione del progetto fabbrica Italia di Fiat che rappresenta una opportunità fondamentale per un comparto, quello automotive, che è determinate per l’economia lucana. Il progetto di rete tra le aziende dell’indotto di Melfi, “Rete autosud Italia”, è certamente un programma ambizioso dove l’UGL Basilicata vuole collaborare attivamente al fine di aiutarlo ad essere il primo nel settore auto prendendo avvio partendo dal Sud”. Lo ha dichiarato il segretario regionale della UGL metalmeccanici Basilicata, Giuseppe Giordano, aggiungendo che “oggi è il momento di tutelare la produzione della SATA poiché n’è di mezzo il futuro occupazionale, dell’intera fabbrica e di tutto il territorio. L’UGL Basilicata intende rimarcare che in Basilicata il settore automotive e’ costituito da 50 imprese di fornitura, in cui lavorano 3.873 persone con un fatturato di 1,15 miliardi di euro nel 2009 (per le sole produzioni effettuate sul territorio): si tratta per lo più di piccole aziende, a servizio di uno stabilimento che nel 2010 ha assemblato 243 mila automobili. Far nascere un progetto ambizioso affinché nell’aumentare la produttività dell’indotto (in relazione agli obiettivi di produzione delineati dalla Fiat fino al 2014). Oggi vanno previsti vantaggi per le aziende piccole, medie e grandi mettendole in rete per condividere forze e prospettive dando la possibilità di accedere ai finanziamenti per investimenti in innovazione a cui attualmente hanno accesso solo le big del comparto. Tale forza contrattuale è possibile attuarla se si è ‘consorziati’ in progetti di rete allargando e cogliendo tutte le opportunità di espansione prospettate dal gruppo torinese, dando un input di anticipo alla Fabbrica Italia e proponendo l’idea anche alle imprese campane e pugliesi. Il tutto per l’UGL và sposato e condiviso perché nei due stabilimenti a pieno regime nel 2014, secondo le previsioni, dovrebbero essere prodotte quasi 700.000 vetture l’anno. SATA Melfi, potrebbe svolgere un ruolo da protagonista con tutto il suo comprensorio in sinergia con una politica industriale a sostegno alle reti di imprese. Non abbiamo tempo da perdere – prosegue il sindacalista – , se i Campania si è passati subito ai fatti con la giunta regionale che ha approvato un finanziamento da ben 70 milioni di euro a sostegno del progetto “Sviluppo innovativo della filiera dell’Automotive campana”. Con ‘Rete autosud Italia’, in Basilicata si attuerebbe quel Patto tra tutti i soggetti presenti sul territorio (come amministrazioni, imprese, sindacati, università e centri di ricerca) coinvolgendoli a vario titolo nel progetto di sviluppo che porterebbe inequivocabilmente ad un accordo di programma. Il sindacato, deve essere propositivo nell’ottica di un recupero di efficienza e di competitività dell’azienda. E’ chiaro che l’azienda dovrà metterci del suo, proprio in virtù dei sacrifici richiesti ai lavoratori. Quello che l’azienda dovrà fare sarà avviare investimenti straordinari ma soprattutto mettere in atto una chiara e lungimirante politica industriale e finanziaria dell’azienda. La sfida della globalizzazione, che ha profondamente cambiato il mercato del lavoro, soprattutto quello automobilistico, impone la necessità di aprire una fase nuova, dove ciascuna parte in causa e per quanto di sua competenza, deve compiere lo sforzo epocale per ricercare una nuova forma di dialogo, rinunciando a posizioni preconcette o a sterili arroccamenti su posizioni precostituite e ormai obsolete. Per l’UGL, in un quadro che ogni giorno cambia, bisogna immaginare e reinventare basi nuove, più complesse ed articolate, per mettere in atto la tutela dei diritti dei lavoratori. Un conto è la tutela dei diritti dei lavoratori in settori nuovi ed in crescita come la robotica, un conto sono quei settori asfittici e in crisi come quello automobilistico, a maggior ragione se si producono utilitarie, di segmento ‘B’, come in SATA. Ora, schiacciarsi sulle posizioni di una singola o.s , o su quelle di Marchionne, non aiutano di certo il lavoratore a conservare il suo posto di lavoro. Chi, a maggior ragione, non si interroga su cosa si può e si deve fare, mostra solo di voler conservare uno status quo che di fatto non esiste più da un pezzo. Certamente, – conclude Giordano – delle riflessioni vanno aperte perché non è pensabile che un sindacato, si arrocchi pregiudizialmente sul fronte del no, rifiutando addirittura di partecipare al tavolo delle trattative . Come Regione Basilicata dovremmo essere fieri che la più importante azienda Italiana sta producendo nel nostro territorio se pur dovremmo chiederci se le divisioni tra sindacati, ed in particolare una che a colpi di ricorsi non accetta l’esito di accordi e referendum, non stiano rendendo sempre più difficile lavorare verso lo stesso obiettivo che e’ quello di rilanciare il lavoro e lo stabilimento lucano. Il nostro territorio gioca un ruolo importante nella sfida competitiva. Bisogna attrezzarsi quindi per creare condizioni che rendano fattibile l’impresa. Dal 1995 al 2008 la produzione dello stabilimento lucano ha sempre pesato circa il 20 per cento della produzione auto. Nel 2009 si è andati oltre il 30 per cento. La Sata rimane lo stabilimento con la produzione Fiat più importante in Italia, impegnando complessivamente 9.120 unità su 51 aziende, compresa Fiat. E’ ora che tutte le parti a vario titolo , facessimo la propria parte per non rimanere indietro e ‘aggredire’ così la sfida. Il sindacato deve riappropriarsi del proprio ruolo in Basilicata, il lavoratore è al quanto disgustato dal pessimo stato della politica italiana ch’è evidenziato magistralmente dallo sviluppo della questione Fiat. La politica dovrebbe interloquire con il mondo dell’economia, dovrebbe rappresentare gli interessi dei cittadini, dovrebbe impostare le basi (legislative, fiscali, ecc …) per lo sviluppo economico di un Paese ma, si disinteressa totalmente della questione, plaude periodicamente alle scelte di Marchionne evitando qualunque intervento/discussione. Marchionne – conclude il segretario dell’UGL, Giordano – fa i propri interessi facendo di tutto per valorizzare al massimo gli interessi dell’azienda, i politici dovrebbero fare di tutto per difendere gli interessi del Paese, noi sindacalisti difendiamo il lavoro e gli interessi dei lavoratori”.

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