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Riflessione condivisa sul dimensionamento scolastico

Secondo le ultime indagini ISTAT, nei comuni fino a cinquemila abitanti la popolazione si è progressivamente ridotta, con un calo che dal 1971 al 2017 fa registrare un decremento del 15%. I piccoli comuni diventano sempre più piccoli. E’ l’effetto di un progressivo spopolamento, che si è fatto sempre più intenso: dal 2011 al 2017 l’Italia ha perso ben più della metà degli abitanti dei 5570 piccoli centri. Il calo degli abitanti è generalizzato, per cui, con un effetto a cascata, diminuisce anche il numero delle nascite. In Basilicata nel triennio 2015-17 abbiamo assistito ad un decremento della popolazione scolastica di quasi 4000 studenti. Un dato di fatto, purtroppo, destinato ad aumentare nei prossimi 4 anni; una faccenda spinosa e difficile da gestire per la politica locale, provinciale e regionale.
Vedasi il Piano di Dimensionamento Scolastico, relativo al triennio 2018-21, approvato il 15 gennaio dal Consiglio Regionale, con alcuni ‘stravolgimenti’ rispetto alle proposte delle Province di Potenza e Matera. Nel prossimo triennio perderemo diverse dirigenze scolastiche, con non poche ripercussioni per le autonomie locali. Sinceramente serviva più altruismo e più lungimiranza per trovare una soluzione ad un problema complesso come quello della scuola lucana. E’ sufficiente leggere i giornali di questi giorni per rendersi conto che nessuna comunità è soddisfatta, o meglio molte sono le comunità deluse che hanno scelto di non scegliere.
Diciamo la verità: la complessità orografica del nostro territorio, il sistema viario e i trasporti, non ci aiutano a trovare soluzioni alternative. I comuni lucani non sempre sono facilmente raggiungibili, serve un bel po’ di tempo, il più delle volte bisogna percorrere strade tortuose e sconnesse. Allora quale possibile soluzione? Abbassare i parametri per mettere in sicurezza le scuole. Sarebbe sufficiente, a parere di chi scrive, per conservare un presidio scolastico autonomo, portare i parametri degli alunni da 600 a 500 nei comuni non montani e in quelli montani da 400 a 300. Perché non riflettere?

Nicola Incampo – Docente IRC
Pietro Carmine Izzi – Dirigente Scolastico

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