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Ripopolamento faunistico nel materano

Le politiche venatorie della provincia di Matera si attuano anche attraverso la realizzazione dei ripopolamenti faunistici che contribuiscono, in qualche misura, alla salvaguardia del patrimonio faunistico in generale. Con questo obiettivo il Comitato tecnico faunistico provinciale ha approvato il piano di immissioni della lepre specie “Lepus europaeus”.

Cento, in totale, sono le lepri adulte immesse nel Materano; cinquanta in alcuni dei comuni ricadenti nell’Ambito territoriale di caccia A (Grassano, Grottole, Irsina, Matera, Miglionico e Pomarico) e 50 in quelli ricadenti nell’Ambito territoriale di caccia B (Garaguso, Ferrandina, Montalbano, S. Mauro Forte, Salandra e Stigliano).

“Prima di procedere con le immissioni, abbiamo dovuto attendere che le condizioni metereologiche migliorassero e consentissero di procedere con il ripopolamento. Un’azione, pianificata – ha sottolineato il vice presidente Giovanni Bonelli – in base alla carta delle vocazionalità faunistiche, che vede la lepre tra le specie stanziali più importanti in relazione alle caratteristiche della realtà territoriale provinciale. È importante ribadire che queste 100 immissioni sono state programmate al fine di garantire una distribuzione il più possibile omogenea del selvatico sul territorio, soprattutto ai fini del successo riproduttivo della specie.”

L’importanza della lepre è stata oggetto, inoltre, di una iniziativa formativa promossa dall’Associazione Enalcaccia circolo di Miglionico, in collaborazione con il comune stesso, presso l’istituto comprensivo “Don Donato Gallucci”. “Educare i ragazzi al pieno rispetto degli aspetti di tutela dei selvatici e della natura – ha evidenziato Bonelli – insegnando che l’azione del cacciatore è anche orientata a salvaguardare la specie e il territorio in cui vive.”

“Le competenze assegnate alla Provincia in materia di tutela della fauna selvatica e programmazione dell’attività venatoria richiedono impegno e professionalità – ha dichiarato il presidente Stella – sia in termini quantitativi che qualitativi. Nell’ambito della gestione faunistica, infatti, si inseriscono tutte le attività che si prefiggono il raggiungimento di importanti equilibri nelle popolazioni animali al fine di garantire la conservazione delle specie che rivestono un interesse naturalistico e, allo stesso tempo, garantiscono il mantenimento e lo sviluppo di attività antropiche quali l’agricoltura, la pesca, il turismo ambientale e la fruizione degli ambienti naturali. Tutti settori che rivestono prioritaria importanza per una economia che non attraversa certo un momento semplice, ma che, anche grazie a queste “attenzioni faunistiche”, può trarre beneficio.”

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