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Ritardi ‘biblici’ nella consegna della posta. Scoppiano le proteste nel Leccese

Montagne di corrispondenza non consegnate all’utenza per settimane, bollette scadute e multe pagate con la mora. La giacenza negli uffici di Poste italiane nel Leccese ha raggiunto livelli altissimi, con una quantità globale che sfiora le 4 tonnellate. Gli utenti, giustamente, si lamentano, e stanno ‘assediando’ il Centro recapito ufficio postale di via Lequile, con file interminabili per svolgere da sé quello che dovrebbe essere un servizio pubblico. Dagli ambienti vicini a Poste Italiane si parla di ‘recapito a giorni alterni’, dal nome del nuovo progetto. Da agosto, infatti, Poste italiane ha deciso di applicare anche a Lecce la razionalizzazione delle risorse del personale, con una riduzione del 30% dei portalettere e il raddoppiamento del volume di posta da smistare per chi invece ha conservato il posto. Il risultato è che a 6 mesi dall’inizio della razionalizzazione si è arrivati alla cifra enorme di 30.000 raccomandate ferme nell’area del capoluogo.
La signora Piera Colombo, residente del quartiere Leuca, afferma: “Non ricevo la posta dallo scorso 3 gennaio. E’ possibile che in 20 giorni non ci sia stata alcuna lettera per me e la mia famiglia? Noto che da diversi mesi la consegna della posta è rallentata di parecchio: il postino, che prima era un’istituzione quotidiana, ormai arriva ogni 10-12 giorni e, quando mi sono lamentata con lui, mi ha risposto esasperato di rivolgermi all’azienda, e che per lui il carico di lavoro era assolutamente ingestibile. E non mi si venga a dire che i ritardi sono dovuti all’emergenza neve, che qui da noi è durata non più di 3 giorni: sono lombarda e so benissimo cosa significhi rimanere isolati per la neve. È davvero un’indecenza che un servizio pubblico sia di così scarsa qualità e ho intenzione di fare una raccolta firme nel vicinato da consegnare a Poste italiane”.

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