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Rivolte nel distretto Puglia e Basilicata, l’Unione sindacati di Polizia Penitenziaria: “Allarme già annunciato da tempo

 
In questo distretto si sono registrati gravi disordini. In alcuni casi si sono tradotte in vere rivolte, commesse da detenuti, forse, indirizzati da una cabina di “regia”, la quale ha fatto lievitare l’angoscia sul coronavirus, sicuramente per avere altro effetto.
Di fatti, si sono viste immagini paragonabili a quelle dei film di fantascienza, che mai avrei sognato di vedere, hanno demolito interi reparti detentivi e non solo. Solo chi ha vissuto, tuttavia, potrà raccontare l’orrore, la preoccupazione, lo sgomento e il grande coraggio del quale hanno dovuto armarsi per far fronte a tanta violenza. Questa è la riflessione del segretario regionale U.S.P.P. Puglia e Basilicata
“Una tragedia già annunciata “vedi diversi interventi fatti anche all’indirizzo dei questori e prefetti della città Foggia-Bari-Matera, ove si poteva evitare di mettere a rischio e di perdere vite umane (esempio: detenuti morti per overdose di farmaci a Modena). Come quelle dei molti poliziotti che hanno rischiato la vita per ripristinare l’ordine e la sicurezza,
quasi a mani nude non avendo adeguati strumenti di protezione individuale”.
Quanto è accaduto nei giorni scorsi era possibile evitarlo: “L’“occupazione” e la conseguente evasione di massa “assurda” da parte dei detenuti è la dimostrazione lampante dell’inadeguatezza della struttura Foggiana dal punto di vista della sicurezza, non adeguata allo spessore criminale dei detenuti ospitati. Nonostante i gravi segnali già registrati sin dalla domenica 8 marzo, dice Messina “perché non si è fatta prevenzione aumentando di fatti i livelli di sicurezza come hanno fatto altre strutture?” E’ chiaro che
quel giorno il poco personale trovatosi in servizio ha cercato di evitare che la situazione degenerasse completamente, adoperandosi al fine di riportare l’istituto in sicurezza, incontrando molte difficoltà, mostrando tanta professionalità. Lo stesso vale anche per le strutture di Melfi e Matera, questo fa emerge le défaillance gestionali, più volte denunciate senza risvolti. Vi è da rimarcare che il neodirettore di Foggia ha assunto la dirigenza da poco e poco ha potuto fare per risanare le questioni ataviche. Ciononostante ha mostrato la sua dinamicità nell’affrontare le questioni preesistenti, cosa che avevamo ben documentato anche con rilievi fotografici. Nella mattinata di ieri sono stati trasferiti più di 100 detenuti dalla sede di Foggia all’indirizzo di altre Strutture. Una giusta misura ritenuta una prima “risposta” a coloro i quali credono di demonizzare lo Stato ITALIANO ed il sistema carceri. Ci si aspetta ulteriori provvedimenti seri e concreti da parte della politica e dell’Amministrazione per le veemenze commesse e per gli ingenti danni degli organismi penitenziari”. I motivi dei problemi registrati nelle strutture di Foggia-Melfi e Matera sono diversi e andrebbero approfondite attraverso un’accurata indagine asettica, secondo Messina:
“Innanzitutto, andrebbe colmata la grave carenza di personale che è stata denunciata da tutte le OO.SS., il grave sovraffollamento (tipo foggia la presenza di oltre 600 detenuti ed una capienza regolamentare di poco superiore ai 350 posti detentivi) e sicuramente non trascurabile è la pesante “robustezza” presente nelle strutture della criminalità organizzata operanti sul territorio, come affermato dai magistrati dell’Antimafia in più occasioni: “La mafia locale è feroce”. Come segretario regionale U.S.P.P. Puglia e Basilicata, nonché come poliziotto, mi è quantomeno doveroso congratularmi con i colleghi che in tutte le carceri del distretto hanno dato prova di attaccamento al dovere, anche se liberi dal servizio (tipo i colleghi di Foggia), hanno raggiunto la sede per evitare che la situazione degenerasse sempre di più, mostrando un’altissima professionalità, spirito di sacrificio (turni super prolungati) Ma non posso accettare quanto mi viene segnalato dalla sede della Capitanata, sembra ci sia qualcuno che anziché farsi un esame di coscienza e decidere per il suo futuro fuori da quella sede, continua ad offendere la dignità di valorosi poliziotti.

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