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Si torna al lavoro alla Irma di Melfi

Sata_MelfiI 112 lavoratori della Irma – azienda dell’indotto Fiat che produce l’ossatura in lamiera della Punto – sono rientrati al lavoro ieri mattina dopo lo sciopero iniziato il 10 gennaio e culminato lunedì con il presidio davanti alla fabbrica. Ieri si è tenuta un’assemblea che ha esaminato il verbale di accordo siglato mercoledì in Confindustria, documento che apre, se non una porta, almeno uno spiraglio per la risoluzione della vertenza e la salvaguardia dei posti di lavoro. I dipendenti dal 20 gennaio saranno per 12 mesi in cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, anche se la Irma ha ribadito, nel corso del tavolo in Confindustria, “la propria volontà a mantenere una presenza industriale a San Nicola di Melfi”, nonostante la mancata assegnazione delle commesse per i futuri modelli suv Fiat e Jeep, attesi sul mercato nel corso del 2014. La novità più importante è però la disponibilità espressa da un pool di aziende locali (in particolare Pmc Automotive e poi Argol, Sit Logistics e Multilog) a “integrare il piano industriale della Irma con l’obiettivo del mantenimento degli attuali livelli occupazionali” nel caso in cui il piano di risanamento della stessa Irma non si dovesse realizzare in tutto o in parte. I sindacati hanno chiesto la definizione di un piano industriale entro metà febbraio per poter valutare, numeri alla mano, lo stato dell’arte e le prospettive future dello stabilimento. Per Salvatore Troiano e Giovanni Ottomano della Fim Cisl “la priorità è la tutela dell’occupazione, su come centrare questo obiettivo siamo aperti a ogni soluzione, purché sia solida dal punto di vista industriale. Ora attendiamo di vedere il piano industriale per poter fare una valutazione di merito”.

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