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Sismicità indotta, convegno scientifico a Marsico Nuovo

Come procedono le ricerche scientifiche avviate dall’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri e quali sono le buone pratiche nazionali ed internazionali sullo studio della sismicità indotta? A queste domande ha dato risposta un convegno organizzato ieri a Marsico Nuovo dall’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri che ha visto la partecipazione di esperti del settore. Dopo i saluti del sindaco di Marsico Nuovo Domenico Vita e del geologo Lucia Possidente dell’Ufficio Geologico e Attività Estrattive della Regione Basilicata sono state due le relazioni di apertura della giornata. L’inquadramento sismottettonico dell’area è stato presentato dal geologo Alessandro Giocoli, impegnato dal 2011 nello studio della sismicità locale della Val d’Agri. “Le prime attività di studio – ha affermato Giocoli – sono state indirizzate alle strutture geologiche fragili capaci di generare eventi sismici per individuare le possibili relazioni tra sismicità, strutture sismogeniche e attività antropiche”.

Le prime conclusioni e le prospettive di sviluppo degli studi sulla sismicità in Val d’Agri sono state poi spiegate dal geofisico Tony Alfredo Stabile, che sta realizzando una ricerca sulle possibili correlazioni tra microsismi e svuotamento della diga e tra microsismi e produzione di idrocarburi. “Il lavoro – ha spiegato Stabile – è incentrato sul confronto di parametri sismici dell’area intorno al Pertusillo con quelli sulle variazioni del livello dell’acqua dell’invaso nel periodo 2005-2012. I primi risultati – ha aggiunto – hanno mostrato una correlazione tra le tipologie di dati che potrà essere confermata a conclusione di una serie di analisi statistiche quantitative. Tale approccio – ha concluso – sarà inoltre applicato anche allo studio di eventuali correlazioni tra l’attività di produzione di idrocarburi e la sismicità locale”. I lavori sono poi proseguiti con una serie di interventi scientifici moderati dal presidente dell’Area Ricerca del Cnr di Tito, Vincenzo Lapenna, ed hanno sviluppato un confronto sia sulle ricerche in corso in Val d’Agri, sia sui casi di studio nazionali ed internazionali. Nutrito è stato quindi l’elenco degli esperti, degli argomenti e delle posizioni che si sono confrontate.

Il docente di Geofisica e Sismologia applicata dell’Unibas Marco Mucciarelli ha spiegato che “le motivazioni storiche del disinteresse sulla sismicità trovano le loro origini in un deficit di comunicazione sorto a seguito della catastrofe che interessò nel 1963 la diga del Vajont in Friuli. Ogni studio scientifico – ha detto – ha bisogno di una buona comunicazione piuttosto che di una comunicazione errata o assente ”.

Un dato interessante è poi emerso dalla relazione del matematico Luciano Telesca, ricercatore dell’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale del Cnr che ha illustrato importanti studi su invasi idrici in India, Brasile, Egitto e Georgia. “Il modello di analisi sulla correlazione tra il livello dell’acqua di invasi idrici e sismicità indotta, avviato in Val d’Agri – ha affermato Telesca – segue le metodologie adottate in questi casi internazionali”.

“Nel caso di estrazione e iniezione di fluidi dal sottosuolo diventa importante attivare efficienti reti di monitoraggio e studi sul quadro sismotettonico” – ha aggiunto il geologo Davide Scrocca, ricercatore presso l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Cnr. “I fenomeni di micro-sismicità indotta – ha osservato – sono quasi sempre eventi di intensità molto contenuta e rilevabili solo a livello strumentale”.

Una particolare riflessione sulla legislazione vigente per l’avvio dii attività antropiche rilevanti è stata poi proposta dal professore Ordinario di Geologia presso l’Università di Napoli Federico II Franco Ortolani. “Ad oggi – ha dichiarato il docente – risulta impossibile prevedere esattamente se e dove tali attività, tra cui quelle petrolifere, stiano già interferendo con la stabilità precaria del sottosuolo, per questo motivo occorre una legislazione nazionale in materia più attenta anche alle condizioni del sottosuolo”.

Si è poi passati all’esame dei primi dati sulla micro-sismicità della Val d’Agri che sono stati forniti dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica Luisa Valoroso e Luigi Improta. “Negli anni 2005-2006 – hanno detto i ricercatori – attraverso l’installazione di una rete sismica ad alta densità sono stati registrati circa 2000 terremoti di bassa magnitudo, concentrati nel settore meridionale a sud dell’invaso del Pertusillo”. Le Ultime due relazioni del confronto di Marsico Nuovo sono state poi dedicate a due buone pratiche nazionali ed internazionali. Un caso è l’esperienza della Rete Sismica di Collalto Sabino in provincia di Rieti. “Tale Rete – ha detto il matematico Enrico Priolo, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Oceanografia – è in grado di distinguere ed archiviare dati su terremoti di origine naturale, sismicità locale debole e microsismicità indotta. Grande interesse ha stimolato infine lo studio sul campo geotermico “The Geysers” in California. Su tale argomento il fisico Aldo Zollo, professore Ordinario in Fisica della Terra Solida presso l’Università di Napoli Federico II, ha spiegato che “il fenomeno è sicuramente da annoverare tra i più grandi campi a dominanza di vapore”. I lavori si sono conclusi con i saluti del presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano – Val d’Agri – Lagonegrese, Domenico Totaro, il quale ha annunciato che il Parco è ben posizionato nel report “Capitale Natura” presentato oggi dal Ministero dell’Ambiente.

 

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