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Slp Cisl dice no alla svendita di poste italiane

Il via libero del governo alla cessione dell’ultima quota di Poste Italiane ancora in mano al tesoro, pari al 29,7 per cento del capitale, non piace alla Slp Cisl Basilicata e preoccupa non poco i dipendenti lucani. Il segretario generale Davide Barbera la considera “una scelta sbagliata che sacrifica il futuro di un’azienda solida sull’altare del debito pubblico”. “Con la privatizzazione completa di Poste Italiane – continua Barbera – lo Stato compie un’operazione che non ha senso economico. Poste Italiane, infatti, è un’azienda in salute e da 15 anni assicura alle casse del Tesoro ingenti utili. Si tratta di un patrimonio economico e umano che non può essere disperso solo per fare un po’ di cassa e mettere una pezza ad un debito pubblico che galoppa per ben altre ragioni. Chi svende l’argenteria invece di aggredire gli sprechi fa un danno al paese e ai lavoratori. Vendere Poste Italiane – continua Barbera – vuol dire consegnare il controllo di una grande azienda italiana ai mercati finanziari, quegli stessi mercati che hanno provocato la più pesante recessione economica dai tempi della crisi del ’29. Vendere Poste Italiane vuol dire anche privarsi di uno dei principali players europei della logistica e dei servizi, scelta che determinerà gravi ripercussioni anche sulla competitività del sistema paese. Noi, come lavoratori postali che guardano con sempre maggiore preoccupazione al futuro, non assisteremo inermi alla scellerata scelta del governo”.

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