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Speranza in visita al carcere di Potenza

Roberto Speranza, leader della sinistra Pd e candidato alla segreteria nazionale del Pd, ha visitato la Casa Circondariale di Potenza. Questo il testo integrale dell’iniziativa postato dallo stesso Speranza sulla pagina Facebook:
“Articolo 27 della Costituzione: “La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte.”
Inizio il nuovo anno nella mia città, in uno dei luoghi in cui è più forte il bisogno di umanità: il carcere. Non è la mia prima visita, ma ogni volta, quando esco, ho un incredibile senso di vuoto dentro. Ho negli occhi i volti di alcuni detenuti. Uno di loro mi parla del dolore legato alla lontananza dalla sua famiglia e dalle persone care. Un altro mi prende la mano e mi racconta la sua storia, il suo volto si illumina ricordandomi le parole di Papa Francesco su indulto ed amnistia.
Molti di loro sono in attesa di giudizio, non hanno ancora avuto una condanna definitiva. Certo, chi ha sbagliato deve pagare e non si può non pensare a chi ha subito il danno più alto dei loro errori, ma ho sempre pensato che la carcerazione preventiva vada usata solo in casi eccezionali e che si debba ricorrere di più a misure cautelari alternative. Questo, purtroppo, in Italia non sempre avviene.
In carcere arriva anche Arisa. È una bella sorpresa per tutti. Il palco di X factor è lontano anni luce, eppure le sue canzoni sembrano scritte proprio per queste donne e questi uomini: “Stringo i pugni e rido ancora, che la vita è una sola”. Arisa è lucana ed ha più o meno la mia età, è stato bello scoprire la sua spontaneità vedendola sorridere e scherzare con tutti.
Esco pensando alla libertà, una parola potente ma abusata, di cui spesso non capiamo il vero significato. Quando visiti un carcere lo capisci meglio. Esco pensando ai morti di Istanbul ed alla scia infinita di dolore di un 2016 che sembra già proiettare le sue ombre sul 2017.
Prima di tornare a casa, gli auguri di buon anno al parroco che mi abbraccia e mi dice “vai avanti e sii forte”.
Di forza ne servirà tanta nei prossimi mesi, a me e a tutti noi.
Buon 2017!”

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