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“Su Siderpotenza si faccia chiarezza una volta per tutte”

sidepotenzaLe notizie sull’inquinamento dell’ex Siderpotenza apparse nelle ultime settimane sui media locali non sono per niente confortanti. “Lo stabilimento potentino come l’Ilva di Taranto”. E’ la stessa Arpab, nelle settimane scorse a lanciare (dopo decenni) l’allarme. Nelle aree più vicine alla Ferriera sono stati riscontrati valori di diossine e furani in misura pari a quelle riscontrate nel quartiere Tamburi di Taranto (quello a ridosso dell’Ilva) negli anni 2008 e 2009. Le diossine sprigionate dalla fabbrica di Potenza meritano attenzione da parte degli organi competenti. Bisogna fare chiarezza una volta per tutte. Perché sino ad oggi è stato fatto ben poco per verificare l’impatto ambientale dello stabilimento sull’ambiente e dunque sulla salute dei cittadini. Stabilire con certezza da dove provengano queste diossine deve essere il punto di partenza per qualsiasi azione a tutela della salute pubblica. Le analisi effettuate fino ad ora dall’Arpab non sono chiare perché non sono stati fatti i rilievi sui camini della Siderpotenza. E per questo mi chiedo, e lo chiesto in modo formale con un’interrogazione portando la questione finalmente in Consiglio, cosa intenda fare il Dipartimento Ambiente e di conseguenza l’Arpab per garantire il pieno rispetto del diritto alla salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente da parte della fabbrica. Senza dimenticare le legittime aspettative dei lavoratori cui non può negarsi il diritto al lavoro. Altra domanda che viene da porre e perché chi doveva controllare non ha controllato. Lo chiedo all’assessore all’Ambiente Berlinguer e al “rivoluzionario Pittella”, così come gli chiedo di appurare eventuali responsabilità nella mancanza di controlli da parte di Regione e Arpab.

Chiaramente se il “pubblico controllore” avesse fatto in questi anni il proprio dovere impresa, cittadini e lavoratori oggi non avrebbero timore alcuno. Ma questa è la Basilicata del 2014.

Gianni Rosa – Fratelli d’Italia Basilicata

 

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