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Tarantella dell’incerto secondo Dominique Antonacci

Sabato 24 novembre presso il castello di Palagianello, alle ore 20.00, sarà presentato il nuovo album dei Terraròss, “Tarantella dell’incerto”, che sarà disponibile su Itunes e nei migliori negozi di dischi dal lunedì successivo. Soddisfatto per il risultato Dominique Antonacci, fondatore e frontman del gruppo di suonatori e menestrelli della bassa murgia: “Finalmente abbiamo tra le mani questo nuovo lavoro. È stato un parto, ma ne è valsa la pena perché è molto carino”. Il cd edito dalla Stranamente Music sas, vincitore del bando Puglia Sounds-Recording Promozione di nuove produzioni discografiche nell’ambito del PO FESR Puglia 2007/2013 Asse IV, è un progetto musicale nel quale antico e moderno si fondono armoniosamente, contenente brani che nel testo e nei suoni stessi trasmettono un messaggio di speranza.

“La prima canzone è ‘U sudor du fattor’ che è un brano alla stisa – spiega Antonacci – ovvero un canto improvvisato che avviene secondo botta e risposta. È una specie di stornellata, ma ritmicamente più lenta. Solitamente era improvvisato nei campi, mentre si lavorava. Quindi è un canto di lavoro. Poi c’è ‘Tarantella dell’incerto’ che è la fotografia attuale della società, vista da me e da Giuseppe De Santo. Segue ‘Pizzica Dolcemorso’, realizzata dal maestro Vito Gentile, così chiamata, chiamata in onore della zona dove risiede il maestro, San Basilio. ‘La fressole’ è una rivisitazione della ‘Bicicletta’ del celebre compositore e cantante di musica popolare Matteo Salvatore, modificata nelle strofe, resa un po’ più spiritosa e ribattezzata come fressole, lo strumento dove si frigge. Il brano ‘All’alì’, che non è una canzone arabeggiante, ma vuole dire, proprio, andiamo a raccogliere le olive, quindi è un canto di lavoro. Questo è ua canzone tradizionale che abbiamo rivisitato in stile tammuriata, cantato, in passato, dalle signore quando andavano a raccogliere le olive. Si prosegue con‘U paise addò so nete’, che è un pezzo inedito. Il paese dove sono nato è Palagianello, o Bari, o Taranto o Castellaneta, o qualunque altro. Parla del problema di tutti i paesi e delle città, tra cui lo spettegolare delle gente, su problemi di vario genere. La settima traccia ‘Sime Briganti’ è un pezzo dedicato ai briganti di oggi, ovvero quelli che lottano per una società migliore. Una specie di storia d’amore sarcastica è il brano seguente, ovvero ‘Na sere fubbe criuse’, che parla della storia di uno con una ragazza strana, sia fisicamente che mentalmente. ‘Quand ié bèlle a fè l’amore’ è un inno all’innamoramento in generale. Non parla dell’atto, ma del sentimento. È una canzone molto romantica, scritta dal maestro De Santo, con la musica del maestro Mandorino. Infine c’è ‘Pizzica a Santu Paulo’ che noi abbiamo voluto suonare in una tonalità che solitamente non si usa per le pizziche, cioè in Si. Non so esattamente il perchè, ma c’è la voce secondo cui il Si sia la nota dei miracoli. Si dice che la gente che ha ricevuto una grazia abbia sempre sentito questa specie di suono che alla fine ha riconosciuto con la nota Si. Per questo motivo, abbiamo voluto farla così. In realtà ha una atmosfera un po’ particolare. Comunque bene”.

Info: www.terraross.it – +39346747584

 

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