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UGL sul riordino delle Province in Basilicata

“Il decreto sul riordino delle Province arriverà all’esame del primo Consiglio dei Ministri di novembre, alla Basilicata ne spetta una soltanto e le due città si spaccano su quella che doveva rappresentare la strada della coesione territoriale e dell’identità comunitaria. L’accentramento di tutte le funzioni in un solo comune è dannoso per la Basilicata, la dislocazione delle sedi periferiche dell’amministrazione dello Stato non può essere concentrata in una sola città, si lascino decidere ai cittadini le sorti come ha già fatto, il 24 settembre scorso, la provincia di Piacenza per passare alla Lombardia; referendum che ha ottenuto il via libera della Cassazione”. E’ quanto sostiene il segretario regionale generale dell’’UGL Basilicata, Giovanni Tancredi per il quale, “va evidenziata la necessità di una riflessione importante attorno alla questione. Una riflessione che diventa innanzitutto politica, perché per l’UGL il punto non è tanto l’esistenza e la conservazione o meno di una Provincia in se stessa quanto, quella di gran parte di tante migliaia di lavoratori, dei servizi connessi alla sua presenza in città: Prefettura, Camera di Commercio, Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, quello del Corpo Forestale dello Stato, quello dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, Inps, ecc.. Significherebbe spoliazione di un sistema e di una rete economica che riguarda anche tutti i Comuni della provincia. Con l’abolizione di una Provincia si riducono tutti gli altri servizi correlati e sarebbe sicuramente una penalizzazione per i nostri abitanti, ci sono storie e affinità diverse che se non si riescono a mantenere unite fanno credere che si può andare ciascuno per la propria strada. Scoprire il territorio di servizi e attività collegate alla presenza di una o l’altra Provincia, sarebbe il danno maggiore. L’UGL Basilicata – continua il segretario regionale, Tancredi – ha sempre avuto un’opinione di contrarietà rispetto a questo decreto e cioè, o si procedeva ad una eliminazione totale delle province oppure, nulla. In situazioni come la nostra Regione, non si è fatto altro che mettere contro i territori perché concentrare tutto su una stessa città è sbagliato: bisogna far prevalere quel senso di ragionevolezza che possa mantenere unita la nostra regione con l’interesse preminente che dovremmo avere tutti. Se poi, il principio è che le Province ‘non servono’, andrebbero cancellate tutte, ma il tema non è tanto la Provincia, soprattutto per quello che conterà in futuro, quanto quello che si porta dietro. Ci vuole una politica illuminata che si sieda a tavolino e ragioni sul da farsi attraverso un’analisi precisa dei territori e delle proprie esigenze. Uffici e presidi da perequare in modo consono alle caratteristiche delle nostre due città lucane. Oggi è necessario snellire le Regioni – conclude Tancredi – mettendo i comuni con l’obbligo della gestione associata. Va fatta una battaglia politica e per farlo, c’è bisogno di una nuova leva di rappresentanti politici in parlamento”.

 

 

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