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Vertice in Provincia a Lecce per la questione della Filanto

“Siamo ad un punto morto e di lavoro non si parla nemmeno più”. Parole piene di sconforto, pronunciate dai lavoratori della ‘Filanto’, riuniti oggi nei pressi della sede della Provincia di Lecce. Da mesi, ormai, sembrano aver perso le speranze di rientrare nella filiera produttiva delle scarpe, e attendono solo di ricevere l’assegno della cassa integrazione. Ma non arriva neppure quello.

La situazione per le cinque aziende che compongono il comparto ‘Filanto’ è complessa ma, al netto dell’accordo transattivo firmato con la proprietà del gruppo, mancano all’appello 5 mensilità, da agosto a dicembre 2013. Così come l’attivazione degli ammortizzatori sociali per il 2014 (nonostante i termini in imminente scadenza) è legata ad una nuova richiesta che ancora non è stata presentata dai commissari delle società, unici referenti per quattro aziende: Tecnosuole, Zodiaco, Labor ed Italia Pellami. L’unica eccezione è rappresentata, infatti, da Filanto spa, per la quale è in atto la procedura di liquidazione, e per la richiesta della relativa cassa integrazione c’è tempo fino al 25 marzo.

“Siamo caduti dalla padella alla brace – ha denunciato il segretario Femca Cisl, Sergio Calò -, perché se prima inseguivamo gli amministratori, adesso siamo costretti ad inseguire i commissari, che non si sono neppure presentati al tavolo odierno. La Provincia di Lecce ha dovuto convocarli d’ufficio, e dovremmo incontrarci finalmente venerdì mattina”. Quello degli ammortizzatori sociali rimane, infatti, il problema cardine di una vertenza che è ormai storia, e che si accinge a dirigersi verso il binario morto del fallimento societario.

Se Antonio Sergio Filograna, amministratore dell’azienda di Casarano, ha concesso mille euro per ciascuno dei 467 dipendenti (che hanno parlato di “elemosina”), solo una parte degli arretrati è stata recuperata in tempi brevi, grazie alla firma apposta su un accordo transattivo. Esauriti i 400 euro al mese (circa) che già corrispondevano al minimo sindacale, in termini di liquidità e di copertura contributiva, cinque stipendi devono essere ancora recuperati.

E questo è stato il problema principale che i referenti sindacali di Cgil, Cisl e Uil e relative categorie hanno messo sul tavolo durante l’incontro, presieduto dal presidente della Provincia Antonio Gabellone, a e cui hanno preso parte anche l’assessore provinciale al Lavoro, Ernesto Toma, un responsabile dell’indotto ‘Filanto’ e il sindaco di Casarano, Gianni Stèfano. All’appello mancava l’assessore regionale al ramo, Leo Caroli, impegnato a Roma presso il Mise. Caroli, raggiunto telefonicamente, si è fatto carico di richiedere una convocazione in tempi celeri presso lo  stesso ministero dello Sviluppo economico. Nel frattempo Gabellone ed i sindacalisti hanno firmato una lettera ufficiale che presenta la medesima richiesta: la pressione delle istituzioni va nella direzione di far rispettare gli impegni presi, con un occhio ben aperto sui tempi stringenti.

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