Cultura

‘Visioni urbane’, al via la fase di start-up

Giro di boa per Visioni urbane, il progetto della Regione Basilicata che ha messo in rete la comunità creativa dei lucani fornendo spazi fisici in cui incontrarsi e fondi per trasformare le idee in progetti. Con la riunione plenaria che si è svolta oggi al Centro per la creatività “Cecilia” di Tito, il progetto passa alla fase operativa. Del tavolo istituzionale fanno parte il dirigente dell’ufficio Programmazione della Regione Basilicata Franco Pesce, i sindaci dei cinque comuni interessati (Tito, San Paolo Albanese, Pisticci, Matera, Rionero) e i gestori dei relativi Centri per la creatività.

“Oggi è partita la seconda fase del progetto – ha detto con soddisfazione Franco Pesce – abbiamo lavorato sul territorio per oltre due anni ma siamo riusciti a mettere in piedi un progetto in cui eravamo in pochi a crederci. Visioni urbane – ha aggiunto Pesce – è una scommessa continua e se siamo arrivati a questo punto è perché ognuno ha fatto la sua parte: dal presidente della giunta regionale, Vito De Filippo, che ha fortemente voluto incrementare e sostenere la creatività dei giovani, all’artista del più piccolo centro della Basilicata che non si è arreso davanti alle difficoltà”.

Il dirigente della Regione, pur assicurando la continuità nel supporto tecnico, amministrativo e finanziario, ha esortato le associazioni e le imprese ad “avviare progetti in grado di creare anche un valore economico, offrendo prodotti, servizi ed eventi”. “Per me ‘creatività’ è da intendersi a 360 gradi – ha spiegato Pesce – dal turismo all’enogastronomia, dall’artigianato al design, alle applicazioni digitali. Questo porta la creatività a confinare con l’innovazione economica, tecnologica e sociale. La Regione – ha concluso il dirigente della Programmazione – intende valorizzare queste connessioni perché la creatività possa essere una forza per il cambiamento economico e sociale”.

Per arrivare alla seconda fase di Visione urbane ha operato un team di otto persone, sono stati necessari 40 mesi di lavoro, analizzati dieci casi internazionali, recuperati cinque immobili in disuso e ristrutturati complessivamente 7.200 metri quadrati, aperta una community e coinvolte 150 associazioni e imprese creative. Quattro dei cinque centri sono già stati dati in gestione alle associazioni vincitrici delle gare per l’affidamento. Manca solo il centro di Rionero di cui, a breve, sarà pubblicato il relativo bando.

 

 

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