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Vivo a metà: l’album di Max Orsi

Max OrsiNel corso della vita vediamo scenari che cambiano, ricordi che svaniscono, sapori che cambiano come cambia il mare, come cambiano i pensieri, come cambia tutto. Nella vita tutto cambia. Ciò nonostante ognuno di noi deve sentirsi vivo, inseguire i propri sogni, sentirsi parte del mondo ed essere coscienti di quello che si è e non avere effimere illusioni. Questi sono i messaggi contenuti nell’album del cantante Max Orsi, “Vivo a metà”, pubblicato a fine giugno scorso dall’etichetta Ala Bianca e distribuito da Warner Music. Trentaduenne barese, Massimiliano, detto Max, è conosciuto dai più per aver partecipato alla sesta edizione di Amici, arrivando alla serata finale, avvicinatosi alla musica dopo aver ricevuto in regalo una chitarra elettrica, dai genitori, per l’ottavo compleanno.

Questo disco, che si snoda attraverso nove tracce rock, è il diario di bordo di un viaggio, quello della sua vita. Ma durante il cammino spesso si incontrano delle difficoltà. Da qui la voglia di tornare indietro per tornare ad apprezzare quelli che sono i veri valori andati persi per colpa di una società che corre troppo veloce e non ha il tempo di fermarsi a guardare chi è in difficoltà, chi ha bisogno di aiuto, per questo non voglio più sentirmi “Vivo a metà”. Il tema di un percorso difficile per la crescita personale e professionale e l’infelicità di sentirsi vivi a metà fa sentire il suo peso soprattutto nel singolo che dà il nome all’album. Max Orsi racconta questo suo percorso attraverso un linguaggio semplice, ma molto intenso e diretto, che fa emergere con forza il disagio dei giovani e della società in cui viviamo oggi. Ci sono anche amore e gioia in questo artistico con melodie insolite ma nella tradizione musicale italiana. Testi generazionali che riflettono stati d’animo e pensieri dei ragazzi di oggi.

“Ho scoperto che la vita scorre in un senso e il successo qualche volta è controcorrente, per questo bisogna cercare di evitare gli squali. In 30 anni ho vissuto un mare di esperienze, riuscendo quasi sempre a mantenermi a galla e a volte addirittura illudendomi di riuscire a cavalcare la cresta dell’onda. Però, per poco non sono affogato. Mi è servito, ho imparato a nuotare, anche molto bene. So bene che ho ancora molti oceani da scoprire, dove vorrei imparare destreggiarmi. Posso provarci perché ho una famiglia, un porto sicuro dove posso sempre approdare. Da soli, non si va da nessuna parte. L’orgoglio e l’egoismo che oramai siamo abituati a respirare nella nostra società credo che non portino da nessuna parte”.

Info: www.maxorsi.it

Ufficio Stampa: Valter Cirillo 3474360942

 

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