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A Potenza si è concluso il primo congresso dei Geologi di Basilicata

In questi tre giorni dedicati al 1° Congresso dei Geologi di Basilicata abbiamo coinvolto esperti e scienziati di livello internazionale su tematiche di estremo interesse per tutta la comunità geologica italiana e non solo: petrolio, gas, stoccaggio. Il Consiglio dell’Ordine, che mi onoro di presiedere, ha ritenuto importante che i Geologi di Basilicata – come è accaduto su una serie di altre tematiche –  dessero un contributo anche in questo settore, a supporto delle scelte politiche della Regione e delle scelte strategiche legate alla sicurezza del territorio e alla salvaguardia dell’ambiente.

L’obiettivo, credo raggiunto, da questo congresso è quello di focalizzare l’attenzione su una tematica molto complessa, pur muovendo da una piccola Regione come la Basilicata; che è comunque riuscita a coinvolgere relatori di altissimo livello, esperti del settore oil&gas, professionisti dell’indotto, che hanno partecipato alle sessioni a titolo gratuito mettendo le loro conoscenze a servizio dei geologi lucani e della comunità geologica italiana. Una grande soddisfazione è stata quella di vedere il teatro pieno fino a tarda sera; ogni giornata si è conclusa in ritardo rispetto ai tempi programmati. Questo significa che l’interesse da parte della platea era alto e che non c’era solo la voglia di ascoltare, ma piuttosto di comprendere anche attraverso dibattiti talvolta animati. C’era voglia di parlare di questi argomenti tra esperti e professionisti chiusi in un teatro, forse perchè, in passato, non c’è stato mai il coraggio di farlo.

Da questo congresso è emerso che il vero amico dell’ambiente è proprio il Geologo; Già il fatto che solo questa figura professionale si pone il problema di rispondere ad un’esigenza sociale che è quella di capire la compatibilità di tali attività con il territorio vuol dire che abbiamo acquisito quella sensibilità giusta e quel ruolo di regia capace di poter mettere a sistema tutti i contributi provenienti da altri mondi professionali (ingegneri, agronomi, architetti, …) necessari per una corretta e complessiva analisi ambientale.

Quindi il Geologo diventa protagonista nel suggerire le risposte necessarie perché le politiche nazionali ed internazionali si basino su una visione complessiva ed integrata tra protezione ambientale, sviluppo economico, salvaguardia del territorio e tutela degli interessi sociali.

Nella tavola rotonda è emerso un diverso approccio al problema affrontato dal politico, dallo scienziato, dal tecnico. Il tentativo fatto in questo congresso è stato, anche, quello di riuscire a mettere a sistema queste tre anime, le tre rappresentanze forti del territorio lucano e dello Stato, affinchè si possa coniugare al meglio l’uso del territorio in chiave compatibile ovvero l’utilizzo delle risorse (tutte: siano esse petrolio, gas, acqua, rinnovabili, …) e la difesa dell’ambiente assicurando uno sviluppo economico necessario per garantire un miglioramento della qualità della vita.  

Nel corso del congresso è emersa anche la necessità di eseguire studi di fattibilità più rispondenti alla realtà e alla effettiva fattibilità anche economica; stiamo assistendo, in Italia, ad anni di studi, ricerche, sullo stoccaggio di CO2 che, spesso, allarma la popolazione senza avviare realmente le attività perché si scopre, solo dopo anni e anni di studi, che il progetto non è economicamente sostenibile!

Prima di allarmarsi per l’eventuale attivazione di un sito di stoccaggio, chiediamoci non solo se la Basilicata ha le capacità e le caratteristiche geologiche per ospitarlo; ma chiediamoci anche quanta CO2 viene prodotta, visto lo scarso numero di industrie insediate qui e quanto sia antieconomico trasportare anidride carbonica da zone ad alta densità industriale verso la Basilicata.

Abbiamo ospitato una delegazione universitaria e governativa del Mozambico interessata a comprendere quale sia il ruolo del geologo italiano nel settore specifico e come egli potrebbe supportare validamente anche le loro attività, considerata l’importanza che potrebbe rivestire in Mozambico l’utilizzo della risorsa mineraria come antagonista della povertà.

Si è parlato anche di formazione professionale e della necessità di far nascere in Basilicata una scuola mineraria di riferimento mondiale capace di preparare alti profili professionali. Sarebbe questa una ricaduta lungimirante che l’indotto oil&gas potrebbe avere sulla Basilicata; investire sul potenziale umano significherebbe poter esportare professionalità e far diventare questa Regione riferimento internazionale.

La tavola rotonda e il congresso ha evidenziato l’anomalia tutta interna alla nostra Università che, pur rimanendo un punto di riferimento e di eccellenza in Regione, ha chiuso il corso di laurea magistrale in geologia per l’ambiente ed il territorio.

Il messaggio che vorrei arrivasse alla politica e all’Università, è che bisogna trovare il giusto equilibrio per mediare tra esigenze di sviluppo del Paese e la formazione: investire sul potenziale umano vuol dire investire, attraverso l’utilizzo mirato delle royalties del petrolio, su un’occupazione a tempo indeterminato; creando, anche, opportunità di lavoro all’estero.

Abbiamo parlato a tutta la comunità geologica, a tutti i geologi, ai professionisti, al mondo della ricerca, al mondo degli enti pubblici perché tutti insieme dobbiamo dare il massimo affinché questa nostra terra – che ha tutte le potenzialità per crescere in sicurezza – lo possa fare.

Abbiamo discusso anche di energie rinnovabili, di cui si parla nel Piano Energetico Regionale, evidenziando la scarsa attenzione posta per l’energia geotermica. È giusto utilizzare ed implementare le tecnologie energetiche rinnovabili senza dimenticare però che anche queste esercitano una pressione sull’ambiente. Allora, perché non pensiamo di utilizzare le royalties del petrolio per incentivare il geotermico in Basilicata?

Il passato è ormai passato ma possiamo e dobbiamo correggere il futuro; è necessario portare avanti tutte le politiche di monitoraggio delle principali matrici ambientali che la Regione Basilicata deve coordinare. Pensare ad un nuovo modello organizzativo dove, oltre ai funzionari della struttura pubblica, si apra la possibilità a soggetti esterni  siano essi liberi professionisti, enti di ricerca, il mondo dell’industria, ecc.. che coordianti dall’ARPAB possano svolgere un accurato e dettagliato studio di monitoraggio almeno in corrispondenza delle singolarità ambientali. In questo modo avremmo tutti gli estremi per tenere sotto controllo il territorio e infondere sicurezza ai cittadini dei quali è necessario comprendere le paure e i limiti di conoscenza.

Bisogna rassicurare TUTTI che la nostra Agenzia per la Protezione dell’Ambiente è a servizio del territorio e opera per garantire sicurezza e salute pubblica ed è l’ente a cui rapportarsi per verificare lo stato di salute del nostro territorio.

Chiudere i lavori presso la sede del Parco Nazionale dell’Appennino Meridionale, Lagonegrese, Val d’Agri e parlare di argomenti come quelli affrontati in questi giorni è segno di maturità e responsabilità e significa che i nostri interlocutori hanno capito, sin dalla fase dell’organizzazione, che questo congresso non avrebbe affrontato semplicemente la questione “essere pro o contro il petrolio” ma avrebbe affrontato la problematica specifica che in qualche modo esercita comunque una pressione sull’ambiente in modo responsabile per trovare quel gusto equilibrio tra richiesta energetica e salvaguardia del patrimonio ambientale di cui il Parco vanta primati, ricchezze e peculiarità.

Abbiamo fatto grandi sforzi per organizzare questo congresso, ringrazio tutti i colleghi dell’ufficio del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, cito per tutti il Direttore generale dott. Donato Viggiano per la grande disponibilità, l’attenzione, la serietà e il rigore scientifico con cui ha trattato gli argomenti; ringrazio i colleghi e funzionari tutti dei vari dipartimenti della nostra Regione perché svolgono con grande rigore tecnico-professionale il loro compito. In Regione Basilicata non leggiamo pareri che, come ci ha mostrato il collega Antonio Pica nel suo intervento, costringono a dover richiamare l’etica professionale.

Con tutto l’orgoglio di presiedere l’Ordine dei Geologi di Basilicata, ringrazio il comitato organizzatore del congresso, il comitato scientifico, i relatori, le autorità intervenute, riponendo la speranza affinchè questo evento segni l’inizio di un dialogo costruttivo tra tutti i soggetti operanti sul territorio della Basilicata nel settore oil&gas, compresa la politica, facendo sì che tutti insieme possiamo essere protagonisti dello sviluppo in sicurezza del nostro territorio valorizzandone le risorse di cui vanta primati ed ricchezza cercando di coniugare turismo, energia e sviluppo.

Vi ringrazio tutti e vi lascio con il desiderio di rivedervi presto. 

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